Un abuso choc ai danni di una bambina all’interno di quello che dovrebbe essere il luogo della cultura, della crescita personale, della formazione, dei bei ricordi d’infanzia e che invece per una ragazzina di 7 anni si è trasformato in un incubo per l’episodio di cui è finita vittima. È raccapricciante e suscita indignazione quanto accaduto in un istituto comprensivo statale: un collaboratore scolastico, originario della provincia di Reggio Calabria, è finito agli arresti domiciliari dopo il racconto da brividi fornito dalla piccola alla mamma. Si è rivelata fondamentale anche la rapida attivazione del “codice rosso”.
Il 60enne avrebbe costretto la bambina a subire atti sessuali. Nello specifico tutto sarebbe nato dopo aver notato la piccola raggiungerlo nella stanza per effettuare una fotocopia in seguito alla richiesta da parte di una sua insegnante. A quel punto, approfittando del fatto che si trovassero da soli, sarebbe avvenuto l’orrore: prima le avrebbe fatto un complimento, poi l’avrebbe baciata sulle guance e infine le avrebbe toccato le parti intime. Come riferito da LaPresse, è questa la ricostruzione emersa dal contenuto della denuncia formalizzata dai carabinieri di Cinquefrondi (Reggio Calabria) e dalle dichiarazioni rese alla presenza di una psicologa nominata dalla Procura.
La ragazzina di 7 anni in un primo momento non ha voluto raccontare nulla né alle maestre né ai suoi compagni di classe: inevitabilmente il senso di imbarazzo, di vergogna e di paura prendono campo soprattutto ai danni di una bimba. Tuttavia, una volta terminato il regolare orario scolastico, la piccola è tornata a casa e si è confidata con la madre a cui ha affidato i dettagli della vicenda: le ha raccontato il caso e le ha illustrato nei particolari i comportamenti adottati dal collaboratore scolastico nei suoi confronti.
Ha assunto un ruolo assai importante non solo il racconto della bambina ma anche la rapida attivazione del “codice rosso“, applicato tempestivamente d’intesa e con il coordinamento della Procura di Palmi. In tal modo è stato possibile consentire ai militari dell’Arma di portare avanti i necessari accertamenti dell’episodio in pochi giorni, raccogliendo la testimonianza della bambina e riuscendo così a concludere l’indagine in brevissimo tempo.
Il 60enne è stato colpito da un’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari per violenza sessuale aggravata. Sempre LaPresse sottolinea che il procedimento è pendente in fase di indagine; l’effettiva responsabilità del collaboratore scolastico accusato sarà vagliata nel corso del successivo processo. Si resta in attesa di eventuali ulteriori sviluppi investigativi e probatori.