Una cabinovia precipita in Tirolo. Quattro gravi, giallo sulla dinamica

Una cabinovia precipita in Tirolo. Quattro gravi, giallo sulla dinamica

Una vacanza fattasi incubo, una mattina diventata infinita, una famiglia di sciatori distrutta che ora lotta tra la vita e la morte. Tutto in pochi secondi. Alle 10,22, precisamente, quando una cabinovia della località sciistica di Hochoetz in Tirolo precipita da un’altezza di otto-dieci metri schiantandosi al suolo. A bordo quattro persone appartenenti alla stessa famiglia proveniente dalla Danimarca: il papà di 49 anni, il figlio e la figlia di 20 e 19 anni e lo zio di 46 tutti feriti, con il padre in gravissime condizioni all’ospedale di Innsbruck. E il pensiero è subito andato al 23 maggio del 2021, quando 14 persone morirono nell’incidente della funivia del Mottarone.

Il drammatico incidente si registra nella mattina di ieri tra l’ottavo e il nono pilone della ferrovia, all’incirca al centro della Acherkogelbahn, mentre nell’area c’era il pienone, complice il tempo soleggiato e la tanta neve caduta negli ultimi giorni. La cabina da otto passeggeri sta salendo ad alta quota duemila metri quando, secondo le prime informazioni, un albero sarebbe caduto sulla fune dell’infrastruttura. Una ricostruzione confermata dagli agenti della polizia austriaca intervenuti sul posto, che hanno escluso un difetto tecnico. Anche l’azienda che si occupa degli impianti di risalita ha precisato che non sono stati riscontrati guasti né c’era vento quando è avvenuta la tragedia. Secondo Michaela Burger, responsabile della comunicazione dell’azienda, diversi alberi erano caduti sul tracciato della cabina. I quattro turisti danesi vengono subito evacuati, non senza problemi, e portati in ospedale; ma sono ore di apprensione per il 49enne. Erano quasi venti anni che in Austria non c’erano incidenti in cabinovia: l’ultimo risale al 5 settembre del 2005, a Sölden, sempre in Tirolo. In quella occasione in nove persero la vita e sei rimasero feriti dopo che un elicottero perse un pesante serbatoio di cemento liquido che piombò accidentalmente proprio su una delle vetture. Ma è l’Italia a vantare uno dei più gravi incidenti negli impianti di risalita. Era la mattina di domenica 23 maggio di tre anni fa sulla funivia Stresa-Alpino-Mottarone quando la fune cedette causando la caduta di una delle cabine in transito. Dentro c’erano quindici persone: solo un bambino, ferito gravemente, si salvò. Ma nelle ultime ore i riflettori sono tornati puntati sulla sicurezza ad alta quota, non solo a causa dell’incidente in Tirolo. A Cervinia, infatti, sono tornati in azione i sabotatori che tagliano i cavi d’acciaio delle funivie. Come nel 2015, 2019 e 2022. E solo per una casualità non si sono registrati incidenti. Quando domenica scorsa è stata scoperta la fune che tiene in aria la seggiovia Cielo Alto scheggiata (probabilmente con un flessibile) gli impianti di risalita erano infatti chiusi a causa del forte vento in quota. Maltempo provvidenziale. «Fortunatamente, grazie ai protocolli di sicurezza, prima di mettere in esercizio la seggiovia facciamo i nostri controlli ha raccontato Federico Maquignaz, amministratore delegato e presidente della Cervino spa -. L’impianto viene fatto girare a vuoto e verifichiamo che sia tutto in regola». E i tecnici hanno notato l’anomalia. Un atto doloso che non ha causato incidenti ma che mette in luce un più ampio problema legato alla sicurezza negli impianti.

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