Btp a ruba, 155 miliardi di richieste in un’asta

Risparmio, raddoppiati Bot e Btp in mano alle famiglie italiane

Btp a ruba sul mercato. Il Tesoro ha registrato una domanda record di 155 miliardi di euro per due Btp proposti al mercato attraverso un consorzio di banche, un settennale con scadenza febbraio 2031 (ordini oltre i 73 miliardi su 10 miliardi offerti) e la riapertura di un trentennale con scadenza a ottobre 2053 (richieste per oltre 82 miliardi su un’offerta di 5 miliardi). Per il settennale è stata fissata una cedola del 3,5%, con un rendimento dal 3,548%, mentre per il bond a trent’anni, che paga una cedola del 4,5%, il rendimento è del 4,515%. «È un segnale della fiducia verso l’Italia, come dimostra anche la discesa dello spread sotto i 170 punti base», il commento filtrato dalle banche che hanno curato l’emissione (Crédit Agricole, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Jp Morgan e Mps). A chiudere una giornata positiva per Via XX Settembre, infatti, anche l’ulteriore leggero calo dello spread tra Btp e Bund decennali a 165 punti con il rendimento del titolo italiano al 3,84 per cento.

Le emissioni del Tesoro sono giunte in un momento di grande attenzione del mercato verso le obbligazioni sovrane europee. Gli investitori, infatti, sono attratti da un contesto di rendimenti ancora elevati a causa delle decisioni delle banche centrali (Fed e Bce in primis) di non tagliare i tassi prima che l’inflazione dia segnali di stabilizzazione verso l’obiettivo del 2 per cento. Ieri, secondo Bloomberg, sono stati emessi 45,7 miliardi di euro di bond da parte di aziende, banche e governi, un record assoluto. Note positive anche dal mercato delle obbligazioni societarie: dopo i bond di Generali, Mediobanca, Eni e Bper, ieri Unicredit ha collocato un subordinato da 1 miliardo, a fronte di ordini per 2,75 miliardi.

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