“Blue Helmet”, chi era il giovane pilota ucraino abbattuto dai russi

"Blue Helmet", chi era il giovane pilota ucraino abbattuto dai russi

Aveva solo 23 anni Vladyslav “Blue Helmet” Zalistovskyi, il giovanissimo pilota di Mig ucraino che ha trovato la morte in un incidente lo scorso 5 gennaio. A darne notizia il canale di news legato al Ministero della Difesa Armiia Tv, che ha diffuso ieri il racconto dell’incidente.

Il cordoglio dei compagni d’armi

A dare notizia della scomparsa i suoi familiari e i compagni di brigata, che hanno confermato anch’essi la morte in missione, pochi giorni fa. A tributargli tutti gli onori da eroe, l’intera famiglia delle forze aeree ucraine: “Era uno di quelli con cui avrei svolto qualsiasi compito con la certezza che non mi avrebbe lasciato in una situazione difficile. Questo era vero nell’esercito e nella vita in generale! Vladyslav è morto difendendo i nostri cieli, sebbene avesse solo 23 anni. Pensate a questa cifra! Ed era pilota di un aereo da combattimento Mig-29 e aveva già effettuato dozzine di missioni di combattimento“, si legge in un post sul web.

Dalle pagine social, i compagni di Brigata commentano a raffica i suoi vecchi video, promettendo di non lasciar morire i suoi profili. Uno dei suoi compagni più cari, con il nickname Air Fighter, lo saluta così: “Purtroppo nella nostra piccola famiglia di areonauti si è verificata una tragedia. Abbiamo perso non solo un pilota , ma anche un compagno affidabile, un amico, un figlio, e semplicemente una persona meravigliosa e brillante, Vladyslav!“.

Chi era “Blue Helmet”

Vladyslav era nato a Malynm nella regione di Zhytomir. Aveva conquistato il cuore degli ucraini attraverso due account Instagram e Tik Tok che lo avevano reso popolare in patria e all’estero, dal quale raccontava le sue missioni nell’aria. A ripubblicare le sue gesta sui social, la compagna Yevhenia, che ora guida il cordoglio social in suo onore: “Mio eroe! Non avrei mai pensato che ci sarebbe stato un post come questo sulla mia pagina. Amavi il tuo lavoro, la tua vita, il tuo cielo. Ma ti ha giocato uno scherzo crudele. Rimarrai sempre nel mio cuore come il miglior ragazzo nel mondo. E non solo nel mio“.

Laureatosi giovanissimo l’Accademia Nazionale di Areonautica di Kharkiv Ivan Kozhedub, era già un pilota da combattimento, con alle spalle numerose missioni ad alto rischio. Il giovane pilote faceva parte della 114esima Brigata Aerea Tattica, con la quale aveva messo a segno decine di imprese a partire dal febbraio 2022. Fino a quattro giorni fa, quando il suo Mig-29 è stato colpito da un Caccia di Mosca.

Il ruolo della 114esima Brigata e il problema dei Mig

Dall’inizio del conflitto, la 114esima Brigata si è distinta per numerose missioni di alto profilo, soprattutto all’interno di conflitto in cui Kiev non riesce ad avere la superiorità aerea. L’utilizzo dei Mig, infatti, è stato spesso al centro di polemiche e dibattiti con gli alleati occidentali, per via della vetustà di numerosi velivoli.

Nel maggio dello scorso anno, la BBC aveva intervistato numerosi piloti di Mig in Ucraina, raccogliendo le loro doléances: i Mig forniti dalla Slovacchia e dalla Polonia, infatti, possiedono ancora lo stesso equipaggiamento e gli stessi radar dell’era sovietica. Quando i missili a lunga gittata vengono lanciati dagli aerei russi, i piloti ucraini sono spesso costretti ad affidarsi ai radar di terra per essere messi in allerta. Una volta registrato il pericolo, sono costretti ad abbandonare la missione e volare estremamente bassi. Per la stessa ragione, la maggior parte dei piloti è costretta a volare a bassa quota durante le missioni di attacco. A causa di queste limitazioni è stato stimato che i piloti ucraini effettuano un numero di sortite inferiori fino a 20 volte quello delle difese aeree russe.

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