Puzza di pensiero “giusto”

Puzza di pensiero "giusto"

La dittatura del pensiero giusto, non c’è niente da fare, è la peggiore.

L’altra notte, nel buio dell’Epifania popolato di streghe, transfemministe e gesti nefasti, il collettivo pro-aborto «Squeert» ha scaricato un mucchio di letame, dal quale nascono fiori e contestazioni, davanti alla sede del Centro «Aiuto alla Vita» di Padova. «Sulle nostre scope siamo arrivate e come per magia abbiamo consegnato un dono speciale a chi anche quest’anno se l’è meritato», hanno scritto le Erinni per l’«Aiuto alla Morte» su Instagram. Dove naturalmente, a proposito di quali fogne possano essere i social, un posto dove gli atei ti spiegano come deve vivere una famiglia cristiana, hanno postato anche un video della raffinata protesta.

Non abbiamo la pretesa di esaurire in trenta righe il diritto all’«Aborto libero» e quello alla Vita. Solo riflettere forse inutilmente sulla scelta di imporre con la violenza (altre volte, in altre sedi, sono state lanciate bottiglie, fumogeni e ordigni rudimentali) il proprio pensiero. Di solito unico.

Il femminismo woke, che troppi ancora confondono per comodità con quello storico, più che una reazione «a un sistema patriarcale, paternalista e fascista» – ti pareva – sembra confermare la regola che ogni volta si cerca di sopprimere non la vita, ma semplicemente il dubbio, ciò che resta odora – o puzza vista la situazione – di stupida intolleranza.

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