Va avanti il botta e risposta tra l’imprenditore Flavio Briatore e il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. Da diversi giorni i due si punzecchiano sui social media e ogni volta la discussione diventa sempre più pepata. La disputa è su un argomento diventato un cavallo di battaglia del parlamentare ambientalista: le concessioni balneari sulle quali Briatore ha investito non poco. Tutto è cominciato dopo le dichiarazioni di Bonelli che ha attaccato il governo in maniera diretta. “Uno scandalo – ha detto – Salvini dà il via ai saldi sulle spiagge italiane con lo sconto ai balneari che riduce il canone della concessione demaniale marittima del 5%. Quello voluto dal ministro e leader della Lega è uno schiaffo all’Italia”.
La polemica con Briatore
Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra ha rincarato la dose prendendosela anche con Briatore. “Oggi – ha aggiunto – lo Stato dalle concessioni demaniali incassa 110 milioni di euro, con una evasione accertata di circa il 45%, nonostante i canoni siano irrisori. Non è superfluo ricordare che il Twiga di Briatore e Santanchè paga ogni anno allo Stato una cifra ridicola come canone, di 20mila euro, a fronte di un fatturato di quasi 10 milioni di euro. È inaccettabile che la destra al governo voglia svendere le ultime spiagge libere per darle in concessione e privatizzarle”. Apriti cielo. L’imprenditore è passato subito al contrattacco con un videomessaggio al fulmicotone sui social. “Ciao ragazzi – ha affermato Briatore – oggi ho scoperto che in Italia esiste un certo… Aspetta un attimo… Angelo Benelli, anzi scusate, Angelo Bonelli. Questo qui è fuori di testa, mi accusa perché ho la residenza a Montecarlo, ma io potrei averla anche in Kazakistan, se le aziende sono in Italia, gli stipendi li paghiamo qui e con il Twiga io do lavoro a 180 persone. Questa gente non bisogna votarla, non serve a niente, sono rami verdi, nemmeno buoni per fare il fuoco. Hanno un corto circuito nella testa, sono dei disfattisti che ci vorrebbero tutti rovinati, sono degli scappati di casa”.
La lite sui social
Sempre in diretta sui social media la lite a distanza è continuata. “C’è un signore, tale Britore, Bratore, forse Briatore – ha evidenziato il deputato – che mi accusa di non capire nulla. Ma il punto, caro mio, non è che lei dà lavoro a tante persone, ma che lei paga allo Stato solo 20mila euro all’anno mentre ne fattura 10 milioni, un regalo inaccettabile. Eccoli questi sostenitori del governo Meloni, che vuole privatizzare e cementificare le poche spiagge libere rimaste, e tutelare i privilegi dei balneari. Eccoli i patrioti con la residenza fiscale a Montecarlo”. A quel punto non poteva mancare la replica a stretto giro di Briatore che in un’intervista al quotidiano Libero ci è andato giù duro. “Ho scoperto che Bonelli è stato anche il protettore del ‘signore con gli stivali’, il sindacalista Soumahoro. La sinistra da sempre ha problemi con chi crea ricchezza, c’è un odio sociale. Io ho molto più rispetto di un cameriere che lavora da noi che di questa gente qui. Persone come Bonelli non hanno mai lavorato e prendono 150mila euro di stipendio pagato dagli italiani. Parla, pontifica e soprattutto critica chi invece produce. Venga tre mesi da noi, lo assumo, capirà finalmente cosa sia la fatica”, ha tuonato l’imprenditore.
Il botta e risposta
A chiudere la disputa, almeno per il momento, ci ha pensato Bonelli che, come riporta il Corriere della Sera, ha voluto che l’ultima parola fosse la sua. “Lo scazzo – ha concluso – l’ha cominciato lui, quella contro la privatizzazione delle spiagge è una mia battaglia di una vita, questi balneari non pagano quasi nulla, i beni dello Stato non possono essere svenduti. Mai stato al Twiga e mai ci andrò, che venga lui qui in Parlamento. Ai bagni dei ricchi preferisco il lido di Ostia, da ragazzo ci andavo a fare immersioni con la muta”.