Ha lavorato incessantemente per quasi un secolo, muovendosi da una parte all’altra della città e permettendo a tutti noi di arrivare a destinazione. Lo sferragliare del Carrelli, classe 1928, è l’inconfondibile suono del tram milanese. Metallico. A viaggiatori sembra sia stato studiato apposta per rompere il silenzio della nebbia e comunque farsi notare, in quale modo, con i vagoni color arancio (che sostituirono il verde scuro in voga fino agli anni ’70).
Da oggi il Carrelli è «un pezzo da museo» essendosi conquistato il pieno diritto di far parte delle collezioni del Museo della Scienza e della Tecnologia. Parliamo della vettura 1565 della serie 1928. Altri tram della stessa serie – e classe – circoleranno ancora.
Ieri l’«ultimo viaggio» dal deposito al Museo è stato ricco di significato. Trasportato da un mastodontico autoarticolato ha attraversato Milano partendo dall’Officina Generale dell’Atm di via Teodosio per raggiungere via San Vittore, la sua nuova casa. Dal 25 gennaio lo troveremo lì, nel Padiglione Ferroviario del Museo, accanto ad altri simboli del trasporto urbano e interurbano come l’Omnibus a cavalli e il Gamba de Legn a sottolineare la collaborazione fra l’azienda dei trasporti e il Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia.
Già apprezzato nel mondo, il tram a carrelli circola da svariati decenni a San Francisco in California, le vetture sono anche esposte al museo di Melbourne in Australia. In città sono ancora 125 le vetture Carrelli in servizio sulle linee 1, 5, 10, 19 e 33, dopo essere state revisionate dai tecnici e falegnami di Atm.
Di recente questo modello di tram è diventato un’opera artistica di oltre duemila mattoncini Lego, esposta nel quartier generale della multinazionale, a Billund in Danimarca. Il nome Carrelli è ispirato dai due carrelli sotto la lunga cassa in acciaio che rappresentavano una novità importata dagli USA, derivata dal modello americano originale tipo Peter Witt.
La prima vettura, la 1501, si rivelò funzionale e adatta alla Milano dell’epoca. Se ne produssero altre 500 chiamate «1928» per l’anno di messa in produzione, destinati ad ammodernare la rete urbana milanese. Le prime Carrelli entrarono così ufficialmente in servizio nel marzo del 1929 e furono subito apprezzate dai milanesi.
Negli anni si sono alternati diversi produttori, dalla Carminati & Toselli alla Breda alle Officine Meccaniche di Reggio Emilia, poi le Elettroferroviarie Tallero e le Meccaniche Lodigiane: tutte hanno legato il loro nome e la loro fortuna al Carrelli.