Masuelli San Marco, una delle ultime trattorie milanesi

Masuelli San Marco, una delle ultime trattorie milanesi

Le trattorie sono uno dei punti deboli della ristorazione milanese. Sulla carta ce ne sono molte in ogni zona della città, ma la verità è che – escludendo le insegne gastrofighette, quelle che in realtà sono dei ristoranti quasi-fine-dining, quelle che cavalcano l’onda della tendenza e quelle semplicemente scadenti – non sono poi tanti gli indirizzi affidabili. Uno di questi è certamente la Trattoria Masuelli San Marco, in viale Umbria, un’insegna che due anni fa ha festeggiato il primo secolo di vita e che qualche mese fa, invece ha pianto la scomparsa di Pino Masuelli, colui che aggiunse il suo cognome all’insegna (un tempo Trattoria San Marco) e che ha contrassegnato mezzo secolo di vita di questo locale. Pino non era lo chef di questo posto (ai fornelli si sono cimentati dapprima la moglie Cleofe detta Tina e oggi c’è il figlio Massimiliano) ma ne era l’anima, colui che trasformò il dna piemontese originario portando nel menu molta Milano e molta Lombardia.

Oggi la Trattoria Masuelli San Marco resta un posto autentico e credibile, un locale un po’ vecchia Milano con una cucina che però ha saputo restare al passo dei tempi, alleggerendosi e acquistando un piccolo tocco di fantasia. Il locale è di impianto tradizionale, sul soffitto ancora i lampadari disegnati da Gio Ponti, sui muri foto di clienti famosi, i tavoli apparecchiati in modo tradizionale – sì, qui c’è ancora la tovaglia, bianca e fiammante -, il servizio vecchio stile, senza troppa narrativa ma con il giusto calore.

Il menu è piuttosto stringato e assai comfort. Si parte con piatti da condividere (un assortimento di formaggi piemontesi con confetture e miele, del salame piemontese con la giardiniera), che possono essere un’alternativa agli antipasti (notevoli i Mondeghili, finalmente all’altezza di una fama spesso infangata da preparazioni assai modeste in molte “trattorie”; ma buone anche e Puntarelle con olio evo, stracciatella e acciughe del Cantabrico). I primi sono affidati a un classicissimo Risotto giallo, ottimo anche se un po’ troppo cremoso, a una Pasta e fagioli col “cucchiaio in piedi”, a descriverne la compattezza, a dei Paccheri di Gragnano con crema di zucca, crumble di mandorle, rosmarino e guanciale.

Poi i secondi: in carta il giustamente celebre Vitello tonnato con fiore di cappero e cialda croccante, le Cervella di vitello fritte con nido di verdure e maionese al melograno, ma c’è sempre qualche fuori menu (a me è capitato l’Ossobuco) e a richiesta si può avere una delle migliori cotolette di Milano, con carne di vitella di altissima qualità e una panatura corretta. Ai dolci un quasi tiramisù (Crema al mascarpone con lingua di gatto) e un Bonet alla piemontese. La carta dei vini non si muove dall’asse lombardo-piemontese (ma molto di buono c’è), l’atmosfera è calda. E si può arrivare anche alle 22, cosa non molto consueta nella Milano che se la gioca da capitale europea della gastronomia ma non sempre è molto accogliente nel fuori orario.

Trattoria Masuelli San Marco, viale Umbria 80, tel. 0255184138. Chiuso la domenica e il lunedi tutto il giorno e il martedì a pranzo

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