“Bibi” contestato. L’opposizione invita il ministro Gantz a lasciare il governo

"Bibi" contestato. L'opposizione invita il ministro Gantz a lasciare il governo

Contestato dai famigliari degli ostaggi ancora a Gaza, regista di un governo che si tiene insieme solo a causa o grazie alla guerra, Benjamin Netanyahu sembra rimanere appeso al conflitto, dopo il quale per lui potrebbe essere l’inizio della fine. A cavalcare il momento, soffiando sulle rivalità interne, nelle scorse ore è tornato il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, che ha esortato Benny Gantz e gli altri ministri del suo partito Unità Nazionale a lasciare il governo, nel quale sono entrati dopo l’attacco di Hamas che ha scatenato la guerra. «Questo non è un governo di unità o di emergenza. Non stanno salvando lo stato d’Israele, stanno salvando Netanyahu», ha detto Lapid, secondo il quale «questo governo non è qualificato per guidare la guerra» e il primo ministro Benyamin Netanyahu «non è qualificato per guidare il Paese». In dichiarazioni citate dai media israeliani, Lapid ha affermato che il suo partito Yesh Atid sostiene ogni passo per cambiare il governo, sia tramite elezioni che con la formazione di una maggioranza alternativa. A guidare il nuovo esecutivo potrebbero essere Gantz, l’ex capo di stato maggiore Gabi Eisenkot o l’ex speaker della Knesset Yuli Edelstein (Likud).

Gantz, Eisenkot e Gideon Saar sono entrati al governo dopo il 7 ottobre «perché ritenevano fosse nel miglior interesse del paese. Poteva essere vero tre mesi fa, ma non lo è più», ha dichiarato Lapid. «Ogni riunione di gabinetto si trasforma in un velenoso attacco all’esercito» e rimanere ora al governo significa dare «legittimità» alle azioni di Netanyahu, ha sottolineato.

Un sondaggio pubblicato in questi giorni dall’emittente pubblica Kan mostra che il partito Unità Nazionale di Benny Gantz ha ottenuto risultati significativamente migliori rispetto al partito Likud di Benjamin Netanyahu. Secondo la rilevazione, se le elezioni si tenessero oggi, Unità Nazionale riceverebbe 33 seggi (quasi il triplo dei suoi attuali 12), mentre il Likud ne otterrebbe solo 20 (rispetto ai suoi attuali 32). Il centrista Yesh Atid guidato da Yair Lapid riceverebbe 14 seggi (in calo rispetto ai 24), mentre la lista combinata Sionismo religioso-Otzma Yehudit ne otterrebbe 12 (un leggero calo rispetto ai 14 attuali). Shas e Yisrael Beytenu ne otterrebbero 10 ciascuno, Utj ne otterrebbe sette, Hadash-Tàal e Ràam 5 ciascuno, mentre Meretz – che non ha varcato la soglia di sbarramento nelle ultime elezioni – ne otterrebbe quattro, e il Labour otterrebbe zero.

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