Infermieri e ostetriche in Gran Bretagna potrebbero rischiare il posto per aver attribuito intenzionalmente un genere errato ai pazienti. Questo quanto emerso nelle nuove linee guida dell’ente regolatore Nursing and Midwifery Council (NMC), un vademecum per spiegare ai professionisti come “esprimere le proprie convinzioni in modo appropriato” e quando corrono il rischio di una sanzione.
Tra i vari esempi contenuti nel bignamino dell’NMC c’è quello di un’ostetrica che crede che il governo UK stia distruggendo il servizio sanitario e lo afferma durante una cena. Secondo le linee guida, le autorità di regolamentazione agirebbero solo se l’esperta promettesse di trattare i pazienti in modo diverso in base alle loro opinioni politiche. Ma è un altro l’esempio ad aver acceso il dibattito e riguarda appunto le possibili sanzioni nei confronti di infermieri e ostetriche che si rivolgono ai pazienti trans con i pronomi sbagliati.
Nello scenario ipotetico, un’infermiera viene descritta come contraria al genere di un paziente trans che frequenta una clinica per diabetici. Nonostante le richieste del paziente di rivolgersi a lui in base al sesso “corretto”, la professionista si rifiuta di farlo e si becca un reclamo formale. Ebbene, in base alle indicazioni dell’NMC, se l’infermiera afferma di “agire in conformità con la sua convinzione che gli esseri umani non possono cambiare sesso o genere”, rischia una sanzione non meglio precisata. O forse sì.
“Denigrare persistentemente e deliberatamente il genere di una persona trans è contrario ai requisiti del codice di trattare le persone con gentilezza e rispetto”, si legge nella guida: “Sebbene le convinzioni critiche rispetto al genere siano protette dall’Equality Act, ciò non significa che coloro che hanno convinzioni critiche rispetto al genere possano agire impunemente”. L’NMC ha il potere di radiare dal proprio albo infermieri e ostetriche, impedendo loro di lavorare nel Regno Unito. Come evidenziato dal Daily Mail, solitamente avviene solo di fronte a violazioni gravi. In altri casi, l’ente può optare per la sospensione o per un periodo di prova.
Le organizzazioni critiche nei confronti dell’utilizzo di un linguaggio neutrale rispetto al genere hanno contestato apertamente quanto contenuto nelle linee guida dell’NMC. Stella O’Malley, psicoterapeuta e direttrice del gruppo di campagna medica Genspect, ha affermato che si tratta di un linguaggio “estremamente preoccupante” che potrebbe lasciare l’NMC esposto a sfide legali:“I professionisti, specialmente quelli che lavorano nel settore sanitario dove il sesso improprio di una persona potrebbe avere implicazioni catastrofiche, devono avere il diritto di chiarire e persino evidenziare il sesso di una persona”. L’esperta ha fatto un esempio scolastico: se un uomo trans (e dunque biologicamente donna) si presenta con dolori di pancia, l’infermiere deve escludere l’ipotetico stato di gravidanza.
“Mentre l’identità di genere di una persona potrebbe essere importante per il senso di sé di alcune persone, il loro sesso biologico può essere una questione di vita o di morte in un ambiente ospedaliero”, ha aggiunto O’Malley, che non ha lesinato critiche all’NMC per aver inquadrato il sesso biologico come una “credenza”: “Questo è come dire che è una ‘credenza’ che l’acqua sia bagnata. Questo è un dato di fatto, nessuna persona nella storia del mondo ha cambiato sesso: molti hanno cambiato la propria identità di genere, ma nessuno ha cambiato sesso”. Anche Shelley Charlesworth, portavoce di Transgender Trend, un gruppo di attivisti preoccupato per il forte aumento dei giovani che cambiano genere, ha espresso forti timori per il linguaggio dell’NMC. Scontro aperto.