Il ricovero in corsia, poi in camera mortuaria, la riflessione sulla sanità pubblica. Beppe Grillo ha pubblicato un video sui suoi canali social per raccontare ai suoi sostenitori quanto attraversato a dicembre, quando è stato colpito da un improvviso malore mentre si trovava nella sua villa di Bibbona. Il fondatore nonchè garante del Movimento 5 Stelle ha ripercorso la settimana trascorsa nell’ospedale di Cecina, provincia di Livorno, e si è soffermato sulle condizioni di lavoro dei medici e degli infermieri presenti.
“Sono uscito da quell’ospedalino di Cecina anche con un’esperienza molto positiva, nel senso che il pronto soccorso, medici, infermieri, barellieri, li ho visti affannarsi, lavorare in un modo strepitoso”, ha esordito Grillo:“In una corsia dove io a 75 anni ero il più giovane, c’era anche un centenario tra rumori e allarmi che suonavano: io capisco che per medici e infermieri lavorare in quelle condizioni sia molto difficoltoso”. Il comico genovese ha poi rivelato di essere stato trasferito in una cameretta in medicina al primo piano per stare più tranquillo, quella mortuaria, per“stare più tranquillo”.
Sottoposto agli accertamenti e agli analisi del caso, Grillo ora è a casa e sta bene, ma ha deciso di spostare l’attenzione sulle condizioni in cui vivono i pronto soccorso, ragionando sulle disuguaglianze: “Quando parliamo di salute dobbiamo inevitabilmente parlare di società, di ambiente, di alimentazione, di urbanistica. Ridurre la povertà è migliorare la società. La salute dei più poveri deve raggiungere lo standard dei più ricchi, per farlo abbiamo bisogno di sociologi, antropologi, architetti, perché dentro c’è tutto, c’è l’energia, quello che mangiamo, come ci muoviamo, le scelte che compiamo”.
Secondo Grillo, l’80 per cento dei pazienti presenti negli ospedali sono malati da medico di base ma c’è anche un eccesso di diagnostica. “Fanno migliaia di esami, perché il paziente li vuole, ma la metà non servono a niente”, il giudizio perentorio dell’ex deus ex machina pentastellato. Per Grillo andrebbero separate sanità e salute, poichè quest’ultima è politica e la differenziazione tra ricco e povero è la chiave della politica. In altri termini, per riformare la sanità è necessario riformare la società:“Conviene, oltre che dal punto di vista umano, anche dal punto di vista economico, portare i poveri verso la ricchezza, perché i poveri non possono curarsi, si ammalano di più e quindi gravano sul sistema sanitario. Bisogna togliere questa grande differenza con un reddito di base, un lavoro, un ambiente salubre. Nella salute c’è dentro tutto, la politica della società, è lì che bisogna intervenire. Non cominciare a intervenire sulla povertà è uno spreco economico pazzesco”.