Napoli, crisi senza fine. Mazzarri pronto alle dimissioni

Napoli, crisi senza fine. Mazzarri pronto alle dimissioni

Scorsa primavera, stesso stadio, stesso avversario: il Napoli staccò il pass per lo scudetto, una delle più alte rappresentazioni dello spettacolo spallettiano. Ieri il Torino ha spinto nel burrone i tricolori, eroi dieci mesi fa, ieri salutati con fischi e fumogeni: è il momento più critico, il cambio allenatore non ha prodotto alcun cambio di marcia, la media punti di Mazzarri è inferiore rispetto a quella di Garcia. Tanto che il tecnico avrebbe presentato le dimissioni a fine gara, respinte dal presidente De Laurentiis.

Ci si chiede allora chi possa essere all’altezza perché, quel che è peggio, il problema sembra essere nella testa: la semplice voglia di vincere ha fatto la differenza ieri, il Torino s’è fatto preferire per intensità e concentrazione, ha saputo colpire al momento giusto. Non è che abbia costruito chissà quante azioni dalle parti di Gollini ma è stato giustamente premiato per il suo modo migliore di stare in campo, di essere dentro la partita. Tra la fine del primo e l’inizio del secondo tempo la svolta: vantaggio di Sanabria, espulsione sciocca di Mazzocchi appena entrato, raddoppio di Vlasic e poi tris di Buongiorno. A parte Lobotka, mai pervenuti gli altri azzurri, a partire dai big: pesano, e peseranno le assenza di Osimhen e Anguissa, ma risultano imbarazzanti le prestazioni di Kvara, Di Lorenzo, Raspadori, Rrahmani, Zielinski.

Il ds Meluso unico in sala stampa per giustificare la figuraccia: «Squadra irriconoscibile ma Mazzarri non si tocca», azzurri forse già da oggi in ritiro. Soddisfatto e onesto Juric: «Noi bravi ma non so se è stato più merito nostro o demerito loro».

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