Continua il braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia per la scelta del candidato presidente della Regione Sardegna. In attesa di un accordo o almeno di un possibile compromesso, è stato rinviato sine die il vertice di coalizione che avrebbe dovuto mettere il sigillo alla querelle incentrata sui nomi di Paolo Truzzu (attuale sindaco di Cagliari) e Christian Solinas (presidente della Regione).
Fratelli d’Italia è ferma sulla sua posizione: Truzzu (anch’egli in scadenza) è il candidato migliore per correre alle Regionali. Salvini non ci sta e promette «terremoti» se non viene rispettata la regola, fin qui considerata aurea da tutto il centrodestra, di ricandidare i governatori uscenti. «Prima delle Europee spiega il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa – vanno al voto quattro regioni e la Lega è per riconfermare i presidenti uscenti: Solinas in Sardegna, Marsilio in Abruzzo, Bardi in Basilicata e Cirio in Piemonte. Se così non fosse anche per una sola regione, si riaprirebbero i giochi e il tavolo su tutte le altre regioni». Da via della Scrofa, però, filtra una risposta che non lascerebbe molto margine di manovra. «Nel 2024, con Fdi che traina la coalizione – commenta la stessa fonte – è impensabile su cinque Regioni affidarne due alla Lega e due a FI, lasciandone una sola a noi». La stessa fonte, parlando all’AdnKronos ritine quella di Truzzu una scelta «ufficiale»: «Il dado è tratto». A una ricomposizione della frattura tra Lega e Fratelli d’Italia crede Ugo Cappellacci, parlamentare azzurro e coordinatore regionale del partito fondato da Berlusconi. «Sulla scelta del candidato – dice – l’ultima parola spetta al tavolo nazionale e sono certo che saranno prese decisioni sagge, nell’interesse della nostra isola». Un tavolo, questo, dove potrebbe essere dibattuto non soltanto il nodo delle candidature di questo turno di amministrative, ma due appuntamenti altrettanto importanti del prossimo anno con il rinnovo, nel 2025 di Lazio e Veneto, dove il «dopo-Zaia» è un piatto che fa gola anche al partito di Giorgia Meloni. Intanto lo stesso Solinas immagina per sé una adeguata exit strategy con un posto in lista per le Europee di giugno, oppure un posto nel governo Meloni in caso di rimpasto. E c’è che suggerisce anche di candidarlo come successore di Truzzu quale sindaco del capoluogo.