Per gentile concessione di Lorenzo de’ Medici Press, presentiamo alcuni estratti dell’epistolario fra Robert Louis Stevenson e James Matthews Barrie durato due soli anni, dal 1892 al 1894. Il volume “Mio carissimo amico”, curato da Priscilla Gaetani, arriva in questi giorni nelle librerie
Ma è questo il dramma, non possiamo leggere i libri che abbiamo scritto, e ce ne sono almeno due dei miei per i quali pagherei trenta scellini per poterli leggere accuratamente, perché ho idea che mi divertirebbero.
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In un mio piccolo racconto, le cui rovine squarciate e laceranti sono apparse di recente sull’«Illustrated London News», un perfetto sinodo di redattori sconvolti e scettici amici si era seduto e discuteva in privato con risultati sorprendenti. Il fiore dei loro tagli fu questo. Due bambini venivano descritti mentre si liberavano dei vestiti e scappavano via nudi come mamma li ha fatti. I celestiali idioti l’hanno tagliato. Vorrei che potessimo permetterci di fare a meno del tutto della pubblicazione a puntate.
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Sono orgoglioso se penso che anche voi siete scozzese, pur se a dire il vero, non conosco nulla del Paese, essendo, e qui cito Gavin Olgivy (pseudonimo di Barrie, ndr), solo un turista inglese. Raccomando il difficile caso del signor Gavin Olgivy a J.M. Barrie, la cui opera è per me fonte di vivo piacere e di sentito orgoglio nazionale. Ora siamo in due a cui lo Shirra (cioè Walter Scott, che fu vice sceriffo, o Shirra, di Selkirkshire nel 1799, ndr) avrebbe potuto dare una pacca sulla spalla. E vi prego non pensiate, quando sembro così accomunarmi a voi, che sia completamente accecato dalla vanità. Jess (personaggio di A Window in Thrums di Barrie, ndr) è oltre la mia linea di confine, non potrei toccarne la gonna; non ho un simile fascino crepuscolare nella penna. Sono un artista capace, ma mi sembra che voi siate un genio.
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(Descrive sé stesso, ndr) Nome in famiglia, La Mite Celebrità. Fuma sigarette in continuazione tranne quando tossisce o deve baciare qualcuno. Intrappolato senza speranza nei lacci del grembiule. Beve molto. Bestemmia un po’. Temperamento instabile. Maniere violente in caso di emergenza, ma suscettibili di trance. Essenzialmente un vecchio gentiluomo del commercio: se lo accusassero di barare a carte, si sentirebbe obbligato a farsi saltare le cervella, per quanto poco gli piacerebbe. È stato invalido per dieci anni, ma può affermare con coraggio di non esserlo più. (…) Nato per spiegare l’universo. Scozzese, signore, scozzese.
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Non è esattamente un problema fisico, perché sono in buona salute, lavoro quattro o cinque ore al giorno nella mia piantagione, e ho intenzione di andare a caccia di lepri domenica prossima, sì, amico, questo è un fatto e non ho ancora avuto il coraggio di dirlo a mia madre; l’obbligo è politico, perché sto cercando in tutti i modi di vivere bene con i miei vicini tedeschi. E, oh! Barrie, ma non è facile! Credo che stiano per impadronirsi del Paese; e questo è un altro motivo per affrettare la vostra visita, perché se arrivano gli Herr dovrò andarmene. Sono persone così rigide e acide: gente con la lingua lunga, che si ingegna per offendere e si esalta se viene offesa. Certo, ci sono molte eccezioni.
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Quando torno a casa farò una dichiarazione per dirvi se sono stato ucciso o meno. Incidente sul campo di caccia (di carta): morte di un noto autore. Siamo profondamente dispiaciuti di annunciare la morte dell’uomo più impopolare delle Samoa, che si è rotto l’osso del collo durante la discesa a Magagi, a causa della cattiva condotta del suo pazzo furioso, un vecchio esemplare di pony. Si propone di commemorare l’incidente con la costruzione di un adeguato monumento.
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(Lettera datata 12 luglio 1894, il 9 Barrie si è sposato, ndr) Ed ecco, signor Barrie, una notizia che ha del clamoroso. Il cucciolo di Madre Hubbard sta di nuovo bene, cosa vi avevo detto? Pleurite, polmonite e tutto quel genere di problemi sono del tutto inutili contro uno scozzese che sa scrivere, e non solo, ma sembra che il perfido cagnuccio si sia sposato.