New York – La corsa alla Casa Bianca inizia ufficialmente nel terzo anniversario della rivolta di Capitol Hill con uno scambio di accuse al vetriolo tra Joe Biden e Donald Trump. Dopo l`attacco senza precedenti del presidente in carica contro il rivale, accusato di «usare la retorica della Germania nazista», «abbracciare la violenza politica» e di preparare un nuovo «assalto alla democrazia», il tycoon risponde che «l`operato di Biden è una serie ininterrotta di debolezza, incompetenza, corruzione e fallimento… Ecco perché il corrotto Joe ha organizzando in Pennsylvania un evento elettorale patetico, che semina paura».
Trump parla dall`Iowa, lo stato che apre la lunga maratona elettorale con i caucus repubblicani del 15 gennaio, un voto che definisce «il più importante di tutta la vostra vita», poiché «il Paese sta andando all`inferno». Biden, da parte sua, incalzato dai sondaggi sfavorevoli, ha deciso di trasformare le elezioni in un referendum sull`avversario, dipingendolo come una minaccia per la democrazia nella speranza di mobilitare non solo i democratici, ma anche gli indipendenti e i repubblicani moderati. Per questo ha scelto per il via della sua campagna una data e un luogo simbolico, nel cruciale stato in bilico della Pennsylvania, ossia la vigilia del terzo anniversario dell’attacco al Congresso (il comizio è stato anticipato di un giorno per il maltempo) e la storica Valley Forge, da cui George Washington guidò le truppe durante la guerra d`indipendenza americana.
La scelta è per mostrare la differenza fra il generale-statista, che ha saputo lasciare volontariamente il potere, e Trump, che rifiuta ancora di accettare i risultati del voto del 2020. Durante il comizio, il comandante in capo accusa il predecessore (che ha descritto il 6 gennaio come «una bellissima giornata», promettendo di perdonare molti dei condannati se sarà eletto) di aver aizzato la folla contro il Congresso, ammonendo che «il suo assalto alla democrazia non è solo parte del suo passato, ma è ciò che sta promettendo per il futuro«. «Trump – ha proseguito – è pronto a sacrificare la nostra democrazia per tornare al potere».
La Corte Suprema, intanto, ha accettato di affrontare la questione dell’ineleggibilità di The Donald dopo il suo appello alla decisione del Colorado di escluderlo dalle primarie Gop nello stato in base al 14° emendamento, il quale vieta le cariche pubbliche ai funzionari statali coinvolti in insurrezioni o rivolte contro la Costituzione che hanno giurato di difendere. I nove saggi a maggioranza conservatrice esamineranno la questione l`8 febbraio, e il pronunciamento avrà indirettamente un effetto molto più ampio, visto che le azioni legali per bandire il tycoon dalle primarie sono state avviate in almeno 34 Stati, secondo il New York Times. In ogni caso Trump rimane il candidato da battere, anche secondo la prima mappa elettorale della Cnn, stando alla quale può contare su 28 Stati (e un distretto del Maine) solidamente dalla sua parte o orientati verso di lui, per un totale di 272 voti del collegio elettorale, due sopra la soglia magica della vittoria, ossia 270. Biden invece ha dalla sua 19 stati oltre al District of Columbia (la capitale), per un totale di 225 voti. L`emittente considera incerti tre stati (Arizona, Pennsylvania, Wisconsin) per un totale di 41 voti elettorali, e se Biden li vincesse dovrebbe comunque recuperarne almeno uno dei tre stati che vinse nel 2020 (Georgia, Michigan e Nevada) e che attualmente sono leggermente orientate verso il rivale.