Ci sono interviste che galvanizzano, riempiono di gioia, di speranza e sono vere e proprie lezioni di vita. Come quella ad Anna Possi (conosciuta anche come Renée – il soprannome del marito), la 99enne (il prossimo mese di novembre compirà cento anni) che da una vita prepara e serve caffè e aperitivi e che, da sola, gestisce il Bar Centrale di Nebbiuno, paesino del novarese che si affaccia sul lago Maggiore.
La barista più anziana d’Italia rimasta vedova a 50 anni con due figli da crescere ed un locale da portare avanti (aperto col marito nel 1958), non ha mai pensato alla pensione, a mollare o a cedere l’attività (neanche durante il periodo del lockdown). Il giorno di Natale si è alzata da tavola, durante il pranzo di famiglia, e ha detto: “Vado ad aprire il bar!”.
Lo tiene aperto 365 giorni all’anno e, giusto per ricordarlo nuovamente, lei, a novembre, di anni ne compirà cento! Ha studiato dalle Marcelline a Milano e sentirla parlare con un linguaggio forbito e al passo coi tempi è qualcosa di entusiasmante. Perfino gli episodi riguardanti la Seconda Guerra Mondiale, da lei vissuta in pieno, sembrano documentari narrati dall’Istituto Luce.
“Nel mio bar sono venuti anche clienti famosi. Ricordo con piacere Gianni Rivera, Fulvio Collovati, l’allenatore Marchioro e perfino Angelo Moratti. La clientela è sempre stata cordiale e affettuosa; al bar non mancava nulla: c’erano il juke-box, il flipper, il calcetto…”, afferma con garbo e gentilezza Anna Possi. Ogni giorno legge La Stampa e Il Giornale e non trascura la cronaca locale.
Su Internet guarda sempre attentamente il sito dell’Agenzia Ansa e le quotazioni della Borsa Valori. Tra i suoi segreti di forza e longevità sicuramente una dieta (stile di vita) attento. A partire dall’alimentazione: mangia 10 g di pasta al giorno, poca carne, un po’ di verdura, qualche frutto. Non beve alcolici, non fuma e va a letto sempre alla stessa ora. Serena e pragmatica manda avanti il suo esercizio e spacca persino la legna “così risparmio”. È in pensione da quarant’anni ma paga ancora i contributi: “Vorrei che me li diminuissero un po’, che mi trattassero come un’auto d’epoca!”. Ai giovani dice: “Non oziate e lavorate con impegno e coscienza”.