Sopravvissuto all’inizione letale, Kenneth Eugene Smith, il 58enne condannato alla pena capitale per essersi macchiato dell’omicidio della 45enne Elizabeth Dorlene Sennett, verrà giustiziato con una “maschera della morte”. Si tratta di un metodo di esecuzione del tutto nuovo, mai utilizzato prima d’ora su un essere umano. La vicenda sta destando molte preoccupazioni ed ha provocato un acceso dibattito negli Stati Uniti, tanto che sul caso è di recente intervenuta anche l’Onu.
Sopravvissuto all’inizione letale
Kenneth Eugene Smith ha fatto parlare molto di sé, essendo sopravvissuto a una precedente esecuzione, svoltasi mediante iniezione letale. L’uomo era finito dietro le sbarre per omicidio: nel marzo del 1988 aveva infatti aveva ucciso Elizabeth Dorlene Sennett, moglie di un pastore della Wetside Church of Christ a Sheffield (Alabama), su commissione dello stesso pastore, che voleva incassare l’assicurazione sulla vita della consorte.
Smith, aiutato da un complice, uccise la donna, e per questo venne condannato all’ergastolo dalla corte dello Stato dell’Alabama. La condanna mutò poi in sentenza di morte. Nel 2022, l’uomo venne sottoposto a iniezione letale, ma il mix di tre sostante impiegate nella procedura non ebbe effetto su di lui. Pare infatti che l’ago-canula impiegato per la flebo non fosse stata correttamente inserita nel suo braccio. Il 58enne tornò dunque nel braccio della morte, e lì è rimasto fino ad ora, in attesa di una nuova esecuzione.
La maschera della morte
Negli ultimi mesi si è diffusa la voce che un secondo tentativo sarebbe stato effettuato mediante nuova modalità. Dal 2018 la Stato dell’Alabama, così come quello dell’Oklahoma e del Mississippi, ha approvato anche l’inalazione di azoto puro come metodo per togliere la vita ai condannati. La procedura consiste nel far inalare al soggetto dell’azoto, che non è nocivo se mescolato all’aria, ma diviene letale se somministrato forzatamente mediante una maschera. I polmoni si riempiono di quel gas, gli organi vengono privati di ossigeno, e il condannato muore per asfissia dopo 4-5 minuti. Questo, almeno, quando dichiarato dalla East Central University.
Non tutti si sono dimostrati d’accordo con questo metodo, tanto che l’opinione pubblica si è divisa. Eppure è proprio questa l’esecuzione che attende Kenneth Eugene Smith. In questi giorni, infatti, è arrivata la conferma e il prossimo 25 gennaio 2024 Smith sarà il primo uomo ad essere giustiziato mediante “maschera della morte“. L’uomo verrà legato a una sedia e una maschera verrà posizionata sul suo viso, fino a quando non si sarà verificato il decesso.
Interviene anche l’Onu
Per molti si tratta di un metodo crudele e non sicuro. A prendere la parola è stata anche l’Onu, che ha chiesto di sospendere l’esecuzione. Secondo gli esperti delle Nazioni Unite Morris Tidball-Binz, Alice Jill Edwards, Tlaleng Mofokeng e Margaret Satterthwaite, negli istanti che precedono il decesso Kenneth Eugene Smith potrebbe essere sottoposto a sofferenze, al limite della tortura. “Siamo preoccupati che l’ipossia da azoto possa trasformarsi in una morte dolorosa e umiliante“, hanno dichiarato.