ll calcio è fatto di cose semplici, anche se tutti tendiamo a complicarle. Ad esempio. È fatto di divertimento, creatività, invenzione, passione, genio. Ma anche, e ogni tanto qualcosa ce lo ricorda, di magie. Altri parlano di fiabe: il giorno dell’Epifania può succedere.
E così stasera, ore 21.30 – accade che in Spagna, ad Aranda de Duero, in Castiglia – terra di Reconquista, di castelli e di cattedrali -, la squadra locale, l’Arandina, giocherà sul proprio campo (6mila posti) contro il Real Madrid in Copa del Rey. L’Arandina che è un po’ il nostro Codogno, direbbe il Gioânn
Brera fu Carlo – è un piccolo club di Segunda Federación, la quarta serie spagnola, ed è penultima in campionato. E il Real Madrid è il Real Madrid. Ma la città è in festa e i giocatori di casa, che aspettano solo di affrontare quelli che per loro sono idoli che vedono in tv, hanno scritto una letterina ai Re Magi per chiedere in dono le maglie dei Blancos che ammirano di più. Per la cronaca: nove vorrebbero la camiseta di Modric, tre quella di Bellingham, due di Kroos e Rodrygo…
Sarebbe bello, come in un vecchio racconto di Buzzati, che la realtà magicamente si capovolgesse,
e che per un giorno i già vinti si trasformassero in vincitori.
Non succederà. Ma l’importante è che i giocatori dell’Arandina, stasera, a fine partita, abbiano dai Reyes Magos le maglie dei loro campioni. È per cose così che il calcio rimane il gioco più bello del mondo.