L’ultima crociata di sinistra: accusare chi nega il patriarcato

L'ultima crociata di sinistra: accusare chi nega il patriarcato

Vietato dire che il numero di femminicidi in Italia sono meno di altri paesi europei, vietato anche sostenere che mettere sul banco degli imputati tutti gli uomini in quanto tali non aiuta a contrastare un fenomeno come la violenza sulle donne, pena essere accusati di negazionismo del patriarcato.

Si tratta di un modus operandi che non è nuovo ed è già emerso sui temi ambientali. Chiunque non è d’accordo con la visione di Greta Thunberg, con gli eco teppisti di Ultima Generazione o con le follie green europee, viene etichettato come negazionista climatico. Lo stesso avveniva nel periodo del covid se si provava a muovere qualche critica liberale allo strumento del green pass.

Su Il Fatto quotidiano di ieri Selvaggia Lucarelli ha firmato un surreale articolo intitolato «Femminicidi, truffa negazionista sui dati» in cui cerca (non riuscendoci) di smontare i dati che attestano come i femminicidi siano più nei paesi del Nord Europa che in Italia. La Lucarelli, pur di negare l’evidenza, arriva a scrivere: «il numero dei femminicidi in un Paese non può essere l’unico parametro con cui si misurano i traguardi di eguaglianza ottenuti dalle donne».

A suo giudizio «c’è una cosa che abbiamo imparato in questi giorni è che quando i negazionisti del patriarcato sono in difficoltà con le parole ricorrono ai numeri» aggiungendo «si cita una classifica che renderebbe l’Italia il paradiso dell’emancipazione femminile».

A finire nel mirino di Selvaggia Lucarelli è anche il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti per aver sostenuto correttamente che «nel civile Nord Europa dove il patriarcato non esiste, per esempio in Svezia e Norvegia, ci sono più femminicidi che in Italia».

Se l’articolo de Il Fatto quotidiano è l’emblema del nuovo strumento utilizzato per cercare di tacitare chiunque non sia d’accordo con una narrazione che accusa tutti gli uomini in quanto tali per la violenza contro le donne, iniziano a diffondersi numerose accuse di «negazionismo del patriarcato».

Ad essere tacciato di questo nuovo ipotetico reato di opinione è stato il consulente del Ministero dell’Istruzione Alessandro Amadori finito al centro della polemica per un suo libro pubblicato qualche anno fa. Non è scampato all’accusa neanche il consigliere regionale dell’Emilia Romagna della Lega Matteo Montevecchi, colpevole di aver sostenuto che «non è l’inesistente patriarcato a produrre queste violenze». Il presidente di ArciGay Rimini lo ha attaccato scrivendo: c’è un orrore sottile e profondo rappresentato dal negazionismo di Montevecchi che pur di salvare le tradizioni medievali del maschilismo tossico contorce una vicenda tragica».

Per la segreteria regionale del Pd siciliano anche organizzare l’accensione dell’Albero di Natale diventa un’occasione per accusare di negazionismo: «siamo di fronte al negazionismo e alla distrazione di massa. Succede a Mazzarino, provincia di Caltanissetta, dove l’amministrazione comunale invita la cittadinanza a partecipare all’accensione delle luminarie e dell’albero di Natale, con musica e cotillon. Una festa, quasi un mese prima, mentre nel resto d’Italia e nel mondo si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne».

A questo punto non resta che attendere la proposta di qualche esponente politico che vorrà introdurre il reato di negazionismo del patriarcato. D’altro canto, dopo l’idea di Bonelli di un nuovo reato di negazionismo climatico, ci si può aspettare di tutto. Ma non diamo suggerimenti.

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