Sinistra al palo, smentita pure da Mario Monti. Dopo aver criticato i contenuti e la forma della recente conferenza stampa di Giorgia Meloni, i progressisti hanno ricevuto una lezione di onestà intellettuale dal professore ed ex premier varesino, non certo sospettabile di melonismo sfrenato. Intervenendo a L’Aria che tira, su La7, stamani il senatore a vita ha promosso la performance comunicativa del presidente del consiglio, apprezzandone lo stile asciutto e la puntualità negli argomenti. In pratica, l’esatto opposto rispetto a quello che Pd e Cinque Stelle avevano blaterato a caldo, accusando la leader di Fratelli d’Italia di aver ecceduto con le parole pur di non rispondere in maniera precisa.
“L’ho osservata soprattutto dal punto di vista del linguaggio e devo dire, questo non so se le farà piacere, che ho riscontrato in lei ancora più di altre volte un’espressione estremanete concisa e concreta. La signora Meloni è una politica pura, ma parla come un manager e – ma qui rischiamo di offenderla troppo – come un tecnico“, ha affermato Monti su La7, offrendo un giudizio positivo sulle modalità espositive con cui la leader di Fratelli d’Italia aveva affrontato le quarantadue domande dei giornalisti, per oltre tre ore di conferenza stampa. E pensare che, invece, il Pd si era affrettato a bocciare Giorgia, parlando di “falsità e propaganda” da parte sua. Giuseppe Conte, invece, aveva descritto l’inquilina di palazzo Chigi come “in grossa difficoltà, al di là dei suoi soliti toni muscolari“.
Diverso invece il punto di vista di Mario Monti, che ha riconosciuto al premier una chiarezza di idee e di parola. “Non ha niente di fumoso, ha contenuti tutti e solo politici, orientati un po’ a parlare del bene comune e un po’ a delineare rapporti di potere politici, espressi con grande semplicità e con la concisione di un manager. Questa è una cosa interessante“, ha affermato il senatore a vita, che certo non è un supporter meloniano e non può dunque essere sospettato di simpatizzare per la leader di Fratelli d’Italia.
All’interno di una dialettica politica ormai polarizzata e fatta di giudizi spesso poco obiettivi, l’ex presidente del consiglio ed economista si è però distinto in questo caso per obiettività. E anche nei giorni scorsi, quando si trattava di esprimere giudizi più politici, il professore aveva assecondato le perplessità di Meloni sulla sostenibilità del Superbonus,bacchettando i Cinque Stelle. “È una tassa patrimoniale alla rovescia“, aveva sentenziato.