Raisi minaccia Israele: “Il diluvio al Aqsa sarà la vostra fine”. E promette vendetta per gli attentati

Raisi minaccia Israele: "Il diluvio al Aqsa sarà la vostra fine". E promette vendetta per gli attentati

Per il presidente iraniano Ebrahim Raisi, il collasso di Israele è vicino e inevitabile. In occasione del discorso che ha tenuto per commemorare le 89 vittime dell’attentato di Kerman rivendicato dall’Isis, il leader della Repubblica islamica ha affermato che “l’operazione diluvio al Aqsa (il nome usato da Hamas per gli attacchi del 7 ottobre, ndr) porterà la fine del regime sionista. I nostri nemici si rendono conto del potere dell’Iran e il mondo intero è al corrente della sua forza e capacità. Le nostre forze decideranno il luogo e il momento in cui agiremo”.

La vittoria della verità e la distruzione della falsità è una promessa divina”, ha aggiunto il presidente iraniano, sottolineando che la guerra finirà solamente quando lo Stato ebraico sarà distrutto e che la vittoria di Hamas e del cosiddetto “asse della resistenza”, di cui fanno parte anche Hezbollah e Houthi, è inevitabile. Si alza la tensione, dunque, tra il principale finanziatore dei movimenti terroristici in Medio Oriente e il blocco Tel Aviv-Washington, in un momento cruciale per il conflitto che rischia di allargarsi a livello regionale. Il raid israeliano su Beirut, infatti, potrebbe essere visto come solo la prima mossa di un 2024 in cui il fronte nord tra Idf e miliziani del Partito di Dio diventerà ben più caldo, con la possibilità di scontri ad alta intensità che andranno ben oltre il solo scambio di missili e artiglieria visto fino ad ora. Nel Mar Rosso, invece, i continui attacchi dei ribelli yemeniti alle navi mercantili hanno provocato gravi danni alla rete del trasporto mondiale e costretto gli Usa a organizzare l’operazione “Prosperity guardian” e una task force internazionale. Gli ultimi tasselli di questo puzzle esplosivo sono proprio gli attentati di Kerman, che molti nella Repubblica islamica attribuiscono allo Stato ebraico e al suo alleato americano.

L’Iran infatti vede l’Isis come una “creazione del sionismo e degli Stati Uniti” e Raisi ha promesso una dura risposta alla folla che urlava “vendetta”. “Il luogo e il tempo saranno scelti” ha dichiarato il presidente di Teheran. Nel frattempo, il ministro dell’Interno Ahmad Vahidi ha annunciato che alcune persone coinvolte nei fatti sono state arrestate, senza fornire ulteriori dettagli. “Il nostro servizio di intelligence è stato capace di trovare buone tracce”, ha dichiarato il titolare del dicastero all’agenzia di stampa Irna, ricordando che nel duplice attentato sono morte 54 donne e una decina di bambini con meno di 10 anni d’età.

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