Qualcuno ha preso di mira la “via dei Presepi”, un vero e proprio percorso di rappresentazioni della Natività allestite in vari punti del paese da cittadini di tutte le età. Per un atto vandalico che ha riguardato in particolare il presepe del borgo alto, realizzato a quanto pare dai bambini del posto: otto statuette su dieci raffiguranti i personaggi della Natività sono infatte state decapitate. Questo è quanto avvenuto nelle scorse ore a Castelfiorentino, una realtà comunale facente parte della Città Metropolitana di Firenze. A rendere noto l’accaduto è stata Susi Giglioli, capogruppo della Lega in consiglio comunale, raccogliendo la segnalazione di una residente. Quest’ultima, dopo essersi accorta di quel che era successo, ha denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine.
“La realizzazione di un presepe, sopratutto per i ragazzi, è espressione di partecipazione e di condivisione di quei valori che sono alla base della nostra religione e delle nostre tradizioni – ha affermato la consigliera di centrodestra – un lavoro umano più che pecuniario, considerato che il costo dell’opera si quantifica in poco più di 100 euro. Per questi motivi trovarsi di fronte al proprio lavoro con alcuni personaggi del presepe decapitati ha suscitato rabbia e delusione. Oltre all’inevitabile sensazione di sacrilegio”. Stando a quanto ipotizzato al momento, alla base del raid vandalico non ci sarebbero motivazioni di stampo religioso: si tratta probabilmente di una goliardata di pessimo gusto. I teppisti hanno sfruttato le ore notturne per distruggere le statuette, lasciandole poi sul posto. La donna che per prima ha notato i manufatti distrutti ha fatto sapere di aver deciso di presentare denuncia anche per appendere una copia del verbale sul presepe danneggiato, per far sì che l’autore si “renda conto della gravità della sua azione”.
Sulla questione sono poi intervenuti anche i consiglieri regionali del Carroccio, definendolo “un gesto inaccettabile” sulla pagina Facebook del gruppo. Dell’episodio sono come detto stati informati i carabinieri e nelle prossime ore potrebbero esserci ulteriori sviluppi. “Di sicuro la vicenda non è confortante e non può essere minimizzata come una ragazzata – ha chiosato Giglioli – poiché non è stata la distruzione confusa e irrazionale di un’opera, ma una precisa, chirurgica e simbolica azione sacrilega a uno dei principali simboli della nostra religione. Su questo dobbiamo essere tutti d’accordo, chiunque l’abbia commessa. È necessario quindi congiuntamente difendere le nostre tradizioni, senza divisioni ideologiche. Perché fanno parte della nostra identità, rafforzano la nostra cultura e avvicinano anche i ragazzi ad attività di aggregazione che li elevano a protagonisti di un progetto comune di una collettività”.