Migranti, altro sbarco da una nave Ong: in 60 nel pomeriggio a Salerno

“Non ha rispettato le indicazioni”. Così Open Arms ha violato gli ordini in mare

La nave spagnola Open Arms naviga verso il porto di Salerno con 60 migranti recuperati nei giorni scorsi al largo delle coste libiche. L’arrivo è previsto per le ore 17 e la città ha già predisposto il piano di accoglienza. A bordo della nave ci sono 17 sedicenti minori e, di questi, 6 dovrebbero avere meno di 14 anni. Tra loro c’è anche una ragazza in stato interessante, che ha dichiarato di avere 17 anni e che ha con lei anche un altro bambino in fasce. Le condizioni di salute delle 60 persone “non destano particolari preoccupazioni, forse c’è una questione di malnutrizione per un bimbo, che è attenzionato sia dall’Usmaf che dall’Asl“, ha spiegato Franca Fico, viceprefetto vicario di Salerno.

Nei giorni scorsi, dalla nave Ong Geo Barents, giunta alla banchina del Terminal Crociere di Porto Corsini di Ravenna, sono sbarcati 336 migranti, recuperati in diverse operazioni a dispetto di quanto indica il decreto Piantedosi che, proprio in questi primi giorni del 2024, segna il suo primo anno di vita. Ma non è stata l’unica nave a sbarcare nell’ultima settimana, insieme alla Open Arms. Il 31 dicembre a Bari è arrivata la nave Ocean Viking con altre 244 persone recuperate nel Mediterraneo, anche in questo caso in più di un intervento. Motivo per il quale è stato deciso per il suo fermo amministrativo in porto. Si tratta del secondo fermo in due mesi per la nave battente bandiera norvegese, che continua a lamentarsi per le sanzioni imposte dal governo italiano, nonostante le evidenti violazioni normative.

Un loop infinito, che si ripete da anni, ma che vede le navi delle Ong continuare a sbarcare in Italia i migranti recuperati in mare, nonostante ci siano Paesi anche più agevoli da raggiungere che non hanno normative di questo tipo. “L’anno nuovo inizia così come si è concluso: con numerosi ostacoli all’assistenza umanitaria attraverso una legge inutile, arbitraria e discriminatoria che prende di mira le stesse Ong che hanno salvato, dalla Vigilia di Natale ad oggi, circa 1.000 persone“, accusano dall’equipaggio della Ocean Viking, secondo il quale “questo decreto legge, introdotto esattamente un anno fa, è l’ennesimo tentativo da parte di un governo europeo di ostacolare l’assistenza alle persone in mare. È stato concepito per tenere le navi Sar fuori dal Mediterraneo centrale per periodi prolungati e ridurre la nostra capacità di aiutare le persone in difficoltà“. Sembra strano che nessuno abbia ancora fatto notare che le navi Ong non sono “navi SAR”, ma semplici imbarcazioni private che sfruttano le lacune del diritto internazionale, senza alcun riconoscimento ufficiale di operatività in area SAR.

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