Se prima era un’ipotesi largamente condivisa ora ne abbiamo l’assoluta certezza: l’intero Movimento 5stelle e il suo leader, Giuseppe Conte, vivono su un altro pianeta. Ieri, durante la rituale conferenza stampa di fine anno, la premier Giorgia Meloni ha risposto a quarantadue domande. Tre ore nette di confronto serrato con i giornalisti sui principali dossier sul tavolo dell’esecutivo: dal Mes alla situazione migratoria, passando per il “caso Pozzolo” e la polemica su “Tele Meloni”. Davanti a queste evidenze, Giuseppe Conte, incalzato da La Repubblica, rimane convinto della sua tesi delirante: “Meloni – spiega – è in grossa difficoltà”.
Se non fosse una dichiarazione seria e ragionata verrebbe quasi da ridere. La presidente del Consiglio descritta dall’ex avvocato del popolo, “un leone in campagna elettorale e un agnellino ai vertici internazionali”, ha poco a che vedere con la realtà dei fatti. Ma questo, secondo la logica grillina, poco importa. La premier, sottolinea Conte, “è in grossa difficoltà, al di là dei suoi toni muscolari”. “Pur di coprire i suoi fallimenti – continua il leader pentastellato – in economia, immigrazione e politica estera ricorre al solito ‘vittimismo meloniano’: accuse agli avversari politici e complottismi anziché autocritica sui suoi tanti errori. Nessuna visione, nessuna ricetta per la crescita”.
Il leader del M5S, più o meno volontariamente, è autobiografico perfino negli insulti: tutte le presunte debolezze di Meloni, in realtà, sono le principali mancanze del suo partito. “Quando parla di economia – continua con lo stesso ritornello Conte – si ritrova in terreno ostile, materia per le sconosciuta”. Una risposta quantomeno azzardata se pensiamo alle “prodezze” economiche del movimento grillino: su tutte il reddito di cittadinanza e il flop Superbonus.
La realtà, giova ricordarlo, non può e non deve bussare alla porta del Movimento 5stelle. Descrivere una premier aperta al confronto, puntuale nel merito delle questioni principali e coerente dal punto di vista politico, sarebbe uno smacco troppo grosso per Giuseppe Conte e i suoi. Eppure la conferenza stampa di ieri mattina ci consegna un dato fattuale: mentre l’esecutivo, seppur con tutte le difficoltà del caso, continua a tenere dritta la barra dei principi, le opposizioni urlano e preferiscono la polemica sterile. E perfino il possibile duello televisivo Meloni-Schlein è fumo negli occhi per i grillini: “Meloni – conclude Conte – può scegliere di confrontarsi con chi vuole. Ciò che non può fare è scegliersi gli oppositori e dare patenti di legittimità ai suoi avversari”.