Non ci sarebbe da meravigliarsi se nelle prossime ore Alessandro Gassmann venisse inserito nel lungo elenco di personalità da cui tenersi ben lontani, magari accusato addirittura di essere un discepolo della pericolosa destra italiana. Eppure l’attore è tutt’altro che dello schieramento affine all’attuale maggioranza di governo: è un uomo storicamente di sinistra. Che ha deciso di affidare a un tweet un pensiero che rappresenta una vera e propria lezione alla galassia rossa, anche alla luce delle recenti contestazioni all’indirizzo del direttore d’orchestra Beatrice Venezi.
Gassmann, intervenuto su X (fu Twitter), non ha citato in maniera esplicita quanto accaduto in occasione del concerto di Capodanno a Nizza. Ma le sue parole arrivano dopo le polemiche che si sono susseguite nelle scorse ore riguardo i fischi e le urla nei confronti di Venezi, la cui colpa è quella di aver assunto posizioni tutt’altro che politicamente corrette e di essere stata nominata consigliere per la musica dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Tutto questo è bastato per ricevere fin da subito l’etichetta di fascista da alcuni contestatori, forse indispettiti che le forme d’arte e di cultura risiedano anche nello steccato del centrodestra.
“Penso che fischiare un artista di valore, del quale non condividiamo il pensiero politico, sia anti democratico. La democrazia deve lasciare libertà di espressione a tutti, anche a chi non condividiamo. Eppure è facile facile da capire…“, è stata la bordata di Gassmann. Che nei commenti ha risposto senza tentennamenti o giri di parole a un utente secondo cui i fascisti non hanno alcun diritto. “Il tuo è un pensiero fascista“, è stata la replica dell’attore.
Penso che fischiare un artista di valore, del quale non condividiamo il pensiero politico, sia anti democratico. La democrazia deve lasciare libertà di espressione a tutti, anche a chi non condividiamo. Eppure è facile facile da capire…
— Alessandro Gassmann (@GassmanGassmann) January 4, 2024
Gassmann si è esposto con delle dichiarazioni che sembrano essere generiche e senza alcun riferimento specifico, ma può essere letta come un’uscita in seguito allo striscione esposto al teatro da un piccolo gruppo di presenti che recitava: “Niente fascisti all’opera, niente opera ai fascisti“. Il tutto condito da urla e fischi. Va ricordato che il direttore d’orchestra si è inchinato verso il pubblico e ha comunque dato inizio al concerto, una reazione doverosa di fronte a iniziative che si commentano da sole.
Venezi ha più volte ribadito di preferire la declinazione al maschile della sua professione, finendo al centro di polveroni per una mera scelta lessicale. Critiche, polemiche, contestazioni, boicottaggi: una certa sinistra continua a vedere i fantasmi di un passato nero che fortunatamente non trova spazio nell’attualità. Salvo poi assumere determinati connotati che molti hanno bollato come “fascismo degli anti-fascisti”. L’ipocrisia è tutta qui, fa crollare il castello di pregiudizi e fandonie.