Arrivata come un’astronave da una pianeta lontano, la Fiat 127 approda sulla terra nel 1971 stravolgendo tutto il panorama automobilistico, operando una rivoluzione in piena regola. L’utilitaria da famiglia diventa moderna, attraente e robusta, seguendo lo schema tutto davanti: motore e trazione. La nuova cura porta benefici soprattutto al comfort e allo spazio all’interno dell’abitacolo, dove si può viaggiare anche in quattro adulti senza mettere le ginocchia in gola. La nuova utilitaria di Fiat diventa in breve tempo una vera regina del mercato, conquistando il primo posto del gradimento in Europa tra il 1973 e il 1978.
L’auto disegnata dal compianto Pio Manzù fa furore, tanto che in molti aspettano al varco una sua derivazione coupè dai tratti marcatamente più sportivi, come in passato era accaduto alla 850. Complice la crisi energetica che stritola l’industria dell’auto per quasi tutto il periodo dei mitici anni Settanta, la tanto attesa coupè non sbarcherà mai nel listino Fiat. La sorpresa, però, sarà quella di trovarci, a partire dal 1978, la Fiat 127 Sport, allestimento sportivo derivato dall’utilitaria di massa, inseguendo quel filone inaugurato con Volkswagen Golf GTI e fotocopiato con successo dalla Renault 5 Alpine. Dal Lingotto accettano la sfida con ritardo, ma riusciranno a fare centro lo stesso.
Anima sportiva
La nuova tendenza che consiste nel dare pepe alle vetture popolari, oltre ad appagare la rinnovata voglia degli automobilisti di emozionarsi al volante di una macchina, si scopre persino un volano per le vendite del modello “standard”. Dunque, la nuova Fiat 127 Sport sposa questa sfida, indossando un abito ad hoc concepito per esaltare la sua anima corsaiola con dei dettagli marcatamente belligeranti. Le intenzioni dell’utilitaria aggressiva si scovano facilmente grazie alla targhetta che, con un certo orgoglio, mostra l‘insegna 70 HP, che altro non è che il censimento dei suoi inferociti cavalli vapore che si trovano sotto al cofano. A corredo compaiono anche un audace spoiler anteriore, dei cerchi forgiati dal taglio inedito, la calandra nera a quadretti e gli accesi colori per la carrozzeria. La ciliegina sulla torta è lo stemma Fiat circolare ricoperto di alloro.
Anche nell’abitacolo si respira un’aria da bagarre su strada, grazie al volante sportivo a due razze, ai sedili con poggiatesta incorporato e a una strumentazione completa che può contare su contagiri, orologio, termometro acqua e manometro olio. Il motore, invece, è il 1.050 “Brasile” a quattro cilindri che viene spinto fino alla soglia dei 70 CV che, abbinati a un peso a secco di appena 775 kg, si traducono in un comportamento su strada coinvolgente e terribilmente brillante. La forza della 127 Sport è comunque quella di abbinare il comfort alla sportività, perché in fondo la clientela dovrebbe essere quella di una allegra famigliola.
La seconda serie della Fiat 127 Sport
La Fiat 127 Sport si rinnova nel 1981, quando esce la seconda serie, che prende il nome di “75 HP” o di “Sport 5 Speed”, a causa dell’adozione del cambio manuale a cinque velocità. Come ci ricorda la sua dicitura, i cavalli del motore “Brasile” salgono fino a 75, ma anche la cilindrata cresce di pari passo, arrivando a 1301 cc. Esteticamente i cambiamenti non sono pochi e vanno ad abbracciare il gusto degli anni Ottanta, dove la plastica diventa imperante, anche se l’innovazione che colpisce di più l’occhio è il secondo spoiler che viene collocato alla base del lunotto, che integra quello alla base del padiglione. Anche nell’abitacolo compaiono degli elementi diversi, a partire dall’acceleratore forato e dal nuovo pomello del cambio.
Rispetto alla versione originale, la seconda risulta avere qualcosa in più in termini di performance ma, soprattutto, a livello di mercato, perché diventa più accessibile a tutti grazie a un prezzo popolare. Gli appassionati la sceglieranno, ma nel 1983 il ciclone esaurisce i suoi effetti e la 127 Sport saluta tutti quanti con un inchino. La sua eredità, tuttavia, verrà ripresa e resa ancora più estrema, con un’aura di mito colossale a circondarla, dalla Uno Turbo che diverrà un fenomeno generazionale del quale ancora si parla con frequenza, specialmente in quelle sale dove la realtà si scontra con la fantasia. Senza la 127 Sport, anche la Uno Turbo non avrebbe avuto la stessa penetrazione e il medesimo ascendente sul grande pubblico, che poi ha guadagnato, inseguendo come sempre la Golf GTI, capofila di questa particolare branchia delle quattro ruote.