Passata la festa, gabbato lo santo. Il clamore sui femminicidi si è spento ma resta altissimo il rischio che altre donne «dimenticate» dalla giustizia subiscano la stessa sorte di Giulia Cecchettin e delle sue compagne di sventura. Il Giornale ha intercettato tra Milano e la Brianza due storie simili ma non del tutto sovrapponibili, che raccontano quanta distonia tra allarmi inascoltati e denunce ci sia ancora.
Anna (nome di fantasia) è italiana, classe 1980: ha due figli e un ex marito violento, che ha abusato di lei – come dimostra un’allucinante brogliaccio di una conversazione tra i due, in cui l’ex ammette lo stupro («Pensavo che il tuo “no” non fosse sincero», ammette lui)- la storiaccia è finita in tribunale. Peccato che un magistrato donna abbia chiesto l’archiviazione, nonostante la «confessione» registrata di nascosto dalla donna. Anche il gip milanese è stupito di questa insolita richiesta dopo annidi violenze psicologiche, comprese quelle legate alla gravidanza indesiderata e della figlia di 4 anni che l’uomo non voleva («Mi chiese di abortire, io rifiutai», ci spiega) e non sta mantenendo. In un recente incontro, dopo averle dato 300 euro attraverso la madre, l’uomo l’avrebbe strattonata davanti ai ragazzi. L’ennesimo episodio di violenza fisica e verbale ai quali i minori sarebbero costretti ad assistere. La donna, che ha anche una malattia invalidante che la perseguita, teme fortemente per la sua vita. Ma per la pm è tutto ok.
Peggio è andata a Iris (altro nome di fantasia), ragazza proveniente da un Paese esotico come il compagno, un ragazzo che dopo qualche anno e una figlia nata nel 2015, una volta terminata relazione ha disvelato il suo volto peggiore. Lo scorso 30 settembre la ragazza si è rivolta ai carabinieri di Cinisello Balsamo per denunciare di essere stata malmenata e minacciata di morte, di essere stata perseguitata con continue telefonate, di essere vittima di revenge porn. Niente da fare. Il 29 novembre la seconda denuncia, arricchita da nuove rivelazioni: l’uomo si sarebbe fatto vivo sotto casa, urlando al citofono, minacciando anche un altro figlio della donna. Intanto le sue foto intime sono finite su Facebook, girano sui cellulari degli amici e dei connazionali della ex coppia. Iris ipotizza anche che l’uomo sia riuscito anche a intestare alla ex una sim per creare una sua falsa identità digitale.
Nel frattempo le avrebbe sottratto circa 2mila euro, alcuni gioielli e soprattutto il passaporto della figlia. La terza denuncia era destinata alla Procura di Monza, dalla quale la donna sarebbe stata cacciata in malo modo perché «al privato cittadino non è permesso rivolgersi direttamente agli inquirenti», ci racconta. Non ha abbastanza soldi per rivolgersi a un legale, lui lo sa e ne approfitta. Nell’ennesima denuncia ai carabinieri di Cinisello la donna racconta di essere stata aggredita «con un calcio all’addome» come conferma un rapporto del Pronto soccorso del Bassini che il Giornale ha letto, mentre la sua autovettura veniva danneggiata con una mazza da baseball.
La Procura di Monza non ha ancora mosso un dito, con buona pace dei proclami sui femminicidi. E il Guardasigilli Carlo Nordio che ne pensa?