Madonna di Campiglio è meta turistica dall’epoca asburgica quando in questa perla del Trentino arrivavano pure i reali d’Austria, compresa la principessa Sissi alla quale venne prontamente (possiamo discutere sul giustamente) intitolata una piazza. È frequentata da turisti occasionali, per il 40% stranieri con zenit nei danarosi Polacchi così come crescono gli Americani, e di seconde case delle vicine città, tra l’altro prospere poiché ad alto contenuto imprenditoriale, da Milano a Brescia, Verona e Bergamo via via scendendo fino alle terre d’Emilia e pure la Pesaro di Valentino Rossi. Il 22 dicembre s’è festeggiata la 70esima edizione della 3Tre, la notturna più famosa di Coppa del Mondo: giro di affari da 1,2 milioni di euro, di cui 3/4 dai diritti media e commerciali. E soprattutto gran vetrina, un patrimonio dunque da tutelare come ben sa Tullio Serafini, Presidente di APT Madonna di Campiglio.
Che impatto ha una competizione di questo smalto sul turismo invernale?
«Aiuta a proiettare la località internazionalmente, cosa fondamentale perché gli stranieri ci possono raggiungere in diversi periodi dell’anno mentre gli Italiani hanno meno flessibilità nell’uso delle ferie; così raggiungiamo un buon equilibrio. Al momento stiamo registrando il tutto esaurito».
Come nell’epoca ante Covid?
«Per la verità la miglior stagione invernale di sempre è stata l’ultima, nel dicembre 2022 registrammo 160mila presenze, tra l’altro al netto delle seconde case. Non abbiamo ancora i dati del dicembre 2023 ma da calcoli pare che stiamo replicando».
Eppure gli inverni sono inclementi, assai corti, con poca neve.
«Vero, meno nevicate e meno giornate di freddo intenso; però con i bacini che abbiamo realizzato riusciamo a innevare. Quindi la stagione da dicembre a marzo è garantita, i punti di domanda rimangono su aprile».
Non vi spaventa il cambio climatico e quello che potrebbe comportare?
«Stiamo proponendo anche offerte alternative allo sci puro, abbiamo realizzato una serie di percorsi per ciaspole e scarponcini con ramponi. Per gli sciatori che amano praticare lo sport con intensità, su piste con poca gente, stiamo sperimentando l’apertura anticipata alle 7.30 di alcuni impianti. Crescono i rifugi in quota e soprattutto nel rispetto del Made in Italy, e in generale è sempre più curato l’aspetto enogastronomico, abbiamo per esempio tre ristornati stellati. C’è poi la Madonna notturna e mondana, è in via di realizzazione un residence con appartamenti di lusso e offerte esclusive, dallo chef privato al maggiordomo, per la clientela più esigente. Cerchiamo di soddisfare tutti i segmenti».
La vostra montagna non ha subito colonizzazioni, è saldamente nelle mani degli imprenditori locali, penso alla famiglia Ballardini e al suo sistema di hotel e boutique. Giusto un esempio.
«Vero, la forza di Madonna di Campiglio sta anche nelle famiglie storiche che portano avanti attività alberghiere e commerciali».
Mancano però gallerie d’arte, librerie, musica d’arte, festival culturali.
«Ci stiamo lavorando. Nel frattempo abbiamo aderito al festival I Suoni delle Dolomiti ospitando concerti in settembre. Il nostro comprensorio è comunque ampio, arriva fino alle sponde del Lago d’Idro comprendendo castelli e luoghi storici. Certo, Madonna è la locomotiva, Pinzolo il primo vagone e poi arriva il resto».