«Il mio obiettivo è confermare le misure che abbiamo portato avanti, se riesco addirittura a migliorarle, lo valuteremo nel corso dell’anno». Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito che il principale target del governo è confermare anche per l’anno prossimo il taglio del cuneo fino a 35mila euro lordi annui di reddito e l’accorpamento al 23% dell’aliquota Irpef del 25%. Un sollievo per i redditi superiori a 35mila euro resta tra gli scopi. La certezza è che non sono previsti aumenti dell’imposizione fiscale. «Non sono per aumentare le tasse, quest’anno le ho diminuite tagliando la spesa pubblica», ha aggiunto.
Ovviamente, tutto dipenderà dalla crescita del Pil che probabilmente si attesterà al di sotto dell’1,2% previsto dalla Nadef. «Non sappiamo quali saranno gli sviluppi dell’economia quest’anno, la crescita stimata comunque – è un dato buono – è superiore alla media Ue», ha concluso. Non meno importante l’aiuto che potrebbe provenire dalla Bce se attuasse una politica monetaria espansiva. «Confido che in questo anno si possa immaginare una diminuzione dei tassi di interesse che libererebbe alcune risorse», ha sottolineato Meloni. L’invito è a un fiero spirito di appartenenza. «Dobbiamo cercare di guardare più le luci che le ombre dalla nostra economia: la Borsa italiana ha fatto la migliore performance del mondo», lo spread ultimamente è stabile sotto i 170 punti e «i dati sull’occupazione» rappresentano «segnali incoraggianti».
Riaffermato, inoltre, l’obiettivo della Nadef di 20 miliardi di privatizzazioni nel triennio 2024-2026, ma non si tratterà di «regali miliardari a fortunati imprenditori ben inseriti». L’impostazione del governo è «ridurre la presenza dello Stato laddove non necessaria e riaffermarla dove necessaria». Tale orientamento, ha proseguito, «riguarda la riduzione delle quote che non riduce il controllo pubblico – e questo potrebbe essere il caso di Poste – così come penso che ci sia la possibilità di far entrare i privati in quote minoritarie di società interamente sotto controllo pubblico e questo è il caso di Ferrovie». Su Monte dei Paschi di Siena, ha aggiunto la premier, «penso che abbiamo dato un buon segnale».
Il 2024 porterà con sé un’ulteriore riforma del sistema pensionistico. «Penso che il tema vada affrontato in maniera più organica, confrontandoci con le parti sociali», ha detto aggiungendo che «la sostenibilità va costruita con equilibrio». Immediata l’adesione del segretario Cisl, Luigi Sbarra. «Siamo pronti a incontrare il governo immediatamente per mettere sul tavolo le nostre proposte», ha commentato.
La premier nel corso della conferenza stampa non si è sottratta alle domande relative alla riforma del Patto di Stabilità e alla bocciatura parlamentare delle modifiche del Mes. «Non credo che il tema della mancata ratifica vada letto in relazione ai risultati del Patto», ha specificato sottolineando che «l’ex governo Conte ha sottoscritto la modifica di un trattato quando sapeva che non c’era una maggioranza in Parlamento per approvarlo e questo ha messo l’Italia in una posizione di difficoltà».
Tuttavia ha ripetuto che questa può «diventare un’occasione per trasformare uno strumento obsoleto in qualcosa che possa essere più efficace» e la reazione dei mercati ha confermato che il cambiamento è «la strada sulla quale il governo deve lavorare». Meloni si è, infine, dichiarata «soddisfatta» dell’accordo sul Patto «a condizioni date, chiaramente non è il Patto che avrei voluto io», ma «quello che emerge è che in Europa non c’è questo superiore interesse comune». Tutto questo nella ferma consapevolezza che «l’Italia non ha minori diritti degli altri Paesi».
Il governo terrà inoltre conto dei rilievi del Quirinale sul ddl Concorrenza, riguardo il rinnovo delle concessioni per gli ambulanti. «L’appello del Presidente Mattarella non resterà inascoltato e dovremo valutare nei prossimi giorni l’opportunità di interventi chiarificatori», ha assicurato. Il premier ha poi difeso il «lavoro serio» svolto sulle concessioni balneari. «Ora l’obiettivo del governo è una norma di riordino che ci consenta di mettere ordine alla giungla di interventi e pronunciamenti che si sono susseguiti e che necessita di un confronto con la Commissione Ue per arrivare a un duplice obiettivo: da una parte scongiurare la procedura d’infrazione e dall’altra dare certezza agli operatori».