Non ci sarebbero più dubbi: dietro alla strage di Kerman, la città dove erano in corso le celebrazioni in ricordo del generale Soleimaini, ci sarebbe l’Isis. Lo Stato Islamico, secondo gli stessi media iraniani, avrebbe rivendicato l’azione. Nell’attentato sono morte almeno 84 persone, con un bilancio quindi rivisto al ribasso dopo i report di oltre cento vittime. Si è trattato del più sanguinoso attacco terroristico in grado di colpire l’Iran dalla nascita della Repubblica Islamica.
La rivendicazione dell’Isis
A parlare della rivendicazione da parte dello Stato Islamico è il sito Mizan. Si tratta del portale della magistratura iraniana, in cui vengono pubblicate le principali novità relative alle inchieste più delicate in corso. I giudici iraniani hanno confermato la rivendicazione dell’Isis, citando alcuni report dei media locali.
L’attribuzione dell’attentato da parte degli stessi terroristi, rappresenta di fatto l’ultimo tassello che mancava per poter ufficialmente parlare del coinvolgimento dell’Isis. Anche a Washington, così come dichiarato da un funzionario a un network Usa, si sta seguendo da ieri la pista relativa a un’azione dello Stato Islamico.
Occorre adesso capire quale gruppo è entrato materialmente in azione. Nelle ore immediatamente successive all’attentato, si è parlato dell’Isis-k. Ossia la filiale afghana del califfato, in rotta di collisione con i talebani e sempre più radicata in un’ampia delicata fascia che va dal Pakistan alle regioni centrali e meridionali dell’Iran. La città dell’attacco del 3 gennaio è situata del resto proprio in un’area dove l’Isis-k appare molto ramificato. Kerman infatti si trova nella fascia centro-meridionale del Paese.
Il suo cimitero è stato scelto come luogo dell’attentato per la presenza della tomba del generale Soleimaini, di cui proprio ieri ricorreva il quarto anniversario della sua morte. A Kerman, città natale del generale, erano in corso le celebrazioni principali organizzate in sua memoria. L’attentato ha quindi colpito in un luogo e in una data non certo casuali.
Ancora tensione a Kerman
Nelle ultime ore sono state inoltre riportate notizie di sparatorie proprio a Kerman. A riferirlo è stata soprattutto l’emittente panaraba Al Arabiya. Non è chiaro però se si sia trattato di un episodio ricollegabile all’attentato di ieri oppure a un’operazione di polizia contro le cellule dell’Isis che hanno colpito la città.
Una situazione poco chiara e resa ancora più incerta dalle smenite arrivate sempre su Arabiya. Fonti dei pasdaran infatti, hanno sottolineato l’assenza di sparatorie a Kerman. Non ci sarebbe stato quindi alcuno scambio di colpi d’arma da fuoco, ma le notizie sono comunque in costante evoluzione.
L’Isis alza il tiro
Non solo in Iran, lo Stato Islamico sembra voler proiettare il proprio sguardo anche nel resto del mondo. In un audio diffuso su Telegram, il portavoce dell’Isis Abu Huthaifa al-Ansari ha esortato tutti i sostenitori del gruppo islamista ad armarsi contro i nemici. “Tutti i soldati e i sostenitori dell’Isis nel mondo islamico si devono mobilitare per vendicare ovunque, in terra e sotto al cielo, i musulmani – si legge nelle sue dichiarazioni – tra cui il popolo palestinese a Gaza, senza distinzione tra civili e militari”.
“Si tratta di una guerra santa – prosegue il portavoce Isis – non per il territorio o per la patria bensì contro gli ebrei, alleati con i crociati, che non finirà indipendentemente da una soluzione politica, in termini di uno o due Stati”. Nel discorso è presente anche un’invettiva contro l’Iran, con i gruppi sunniti accusati di collaborare con Teheran in una “guerra per procura” animata dalla Repubblica Islamica.