Roma, perseguitata dal collega. “Pensati morta”. Ancora violenza su una donna

Roma, perseguitata dal collega. "Pensati morta". Ancora violenza su una donna

Arriva da Roma la notizia di un altro caso di violenza contro una donna, perseguitata e minacciata da un collega di lavoro. La vittima ha trovato la forza di denunciare e le indagini hanno portato all’arresto di un uomo di 31 anni. Rimangono però l’insicurezza e l’inquietudine, inevitabili conseguenze della terribile esperienza vissuta.

I fiori, poi le vessazioni e le minacce

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tutto sarebbe cominciato con dei fiori. Dipendente di una società multinazionale di consulenza, la donna aveva conosciuto il collega sul posto di lavoro. Trascorso poco tempo, l’uomo, invaghitosi di lei, le aveva fatto recapitare a casa un mazzo di fiori, inviato però in modo anonimo. Il dono non era stato gradito, anzi, aveva suscitato grande inquietudine nella vittima.

Sentendosi costantemente osservata, dopo diversi episodi inquietanti, la giovane aveva addirittura cominciato a valutare la possibilità di rivolgersi ai servizi sociosanitari per assistenza psicologica. Alla fine, tuttavia, era accaduto qualcosa di sconvolgente. La donna aveva ricevuto sulla propria mail aziendale una lettera anonima in cui era allegata una sua foto, evidentemente sottratta dal suo profilo Instagram. Non solo. La vittima era successivamente venuta a conoscenza che qualcuno aveva fatto degli acquisti online a suo nome ed effettuato, sempre a suo nome, delle registrazioni a siti pornografici o a piattaforme di incontri erotici.

Una situazione molto grave, dunque, che è andata peggiorando quando a tutto questo si sono aggiunte anche le minacce. A novembre, infatti, la giovane aveva ricevuto altre due missive, entrambe dal contenuto minatorio, con intimidazioni quali “La tua fine è vicina” e “Pensati morta“. Le lettere arrivavano addirittura dallo stesso indirizzo mail della giovane, ma avevano un dominio sconosciuto. Da qui la denuncia alle forze dell’ordine.

Le indagini e l’arresto

Ad occuparsi del caso gli agenti del Cosc Lazio, che hanno dovuto faticare non poco per arrivare al responsabile, un soggetto esperto in informatica. L’uomo, infatti, aveva sempre agito nascondendo le proprie tracce, ricorrendo a tecniche informatiche in grado di celare al sua identità. Fra queste anche l’utilizzo di una vpn rumena. Anche gli acquisti online erano stati effettuati tramite pagamenti esteri.

Dopo l’acquisto online di un anello in oro e brillanti, recapitato alla vittima lo scorso 28 dicembre, gli agenti sono finalmente riusciti a risalire all’identità dell’uomo che cercavano, un 31enne romano. Quest’ultimo, divenuto nel frattempo un ex collega della giovane, si è rivelato essere un soggetto già noto alle forze dell’ordine per via dei suoi precedenti per violenza e detenzione abusiva di armi.

Grazie alle nuove normative anti-violenza, gli inquirenti hanno potuto agire in fretta, effettuando delle perquisizioni anche di natura informatica che hanno permesso di inchiodare il responsabile. Il 31enne è stato arrestato e ora si trova ristretto ai domiciliari, con obbligo di braccialetto elettronico, come disposto dal gip.

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