Non è la prima volta che ci troviamo a parlare del caos per l’acquisto dei biglietti per i concerti e nella speranza che questa possa essere l’ultima, c’è un punto, tra i migliaia di post di denuncia, che sta creando molta rabbia da parte degli acquirenti. Ormai, sopratutto per i grandi eventi, le prevendite arrivano a raggiungere un anno e anche più, oltre ad un costo esorbitante. Per fare un esempio i biglietti dei Coldplay sono stati messi in vendita a luglio 2023 e il concerto ci sarà il 15 luglio 2024 e chiunque abbia deciso (e sia riuscito) ad acquistarli sui sito dedicati, primo tra tutti TicketOne, trova tra le varie commissioni che fanno lievitare il prezzo, anche la clausola “Biglietto sicuro”, che almeno a leggere metterebbe al riparo da eventuali problemi a partecipare all’evento.
Il biglietto “sicuro”
“È già abbastanza brutto non poter partecipare all’evento. La Polizza “Biglietto Sicuro” è il prodotto assicurativo acquistabile contestualmente al biglietto per l’evento – concerto, spettacolo teatrale o sportivo, visita a mostre e a musei – che tutela l’acquirente assicurato qualora sia impossibilitato a partecipare” si legge nella spiegazione del sito. Un’ottima cosa all’apparenza, se si pensa che dal momento dell’acquisto a quando poi ci sarà l’evento, passa talmente tanto tempo che è quasi impossibile prevedere, qualsiasi tipo di impedimento.
L’insistenza nel proporla
Se al momento dell’acquisto si decide di non aggiungerla e andare avanti, si apre però un’ulteriore finestra dove viene “consigliata”, tanto che se si vuole passare oltre, si deve cliccare sulla scritta, “No, mi assumo tutti i rischi” una dicitura non proprio rassicurante al contrario del sollto “Non accetto“, che spinge quasi sempre gli acquirenti ad accettare.
Cosa succede poi
Veniamo quindi all’impossibilità di poter assistere all’evento e qui comincia la via crucis per chi, già sicuramente non felice di non poter partecipare, si appresta a richiedere il rimborso del ticket. Basta guardare le migliaia di lamentele sui vari social o presso le associazioni consumatori, per rendersi conto che riavere indietro i propri soldi risulta essere estremamente difficile e complicato, visti i termini che prevedono poche via d’uscita, (in caso di morte ad esempio si può avere il rimborso), tanto che la maggior parte degli utenti preferisce tenere il biglietto come ricordo, piuttosto che passare tempo e spendere ulteriormente soldi in telefonate (ovviamente a pagamento) per poi ottenere poco o nulla.
Su questo, ma anche di molti altri fatti simili abbiamo chiesto l’aiuto del presidente Codacons, Avv. Gianluca Di Ascenzo, che racconta come questa sia una modalità ben nota in cui a rimetterci sono quasi sempre gli acquirenti. “Sopratutto dopo l’avvento del Covid, in numerosi settori si stanno moltiplicando le polizze assicurative che promettono rimborsi totali ai consumatori che hanno acquistato un bene o un servizio e non possono più avvalersene. È il caso ad esempio dei biglietti aerei, delle strutture ricettive ma anche dei concerti o degli spettacoli: l’utente paga un supplemento che, sulla carta, garantisce il ristoro di quanto pagato se ad esempio non può più affrontare un viaggio o assistere ad un evento musicale. Veri e propri contratti assicurativi che contengono una serie di condizioni, vincoli e postille che spesso limitano i diritti dei consumatori” spiega il presidente.
Ma non solo: “Spetta all’utente produrre la documentazione utile a dimostrare le cause che determinato l’impossibilità della fruizione del servizio acquistato, documentazione che va prodotta entro un lasso di tempo stabilito dai contratti stessi, che però non è mai adeguatamente indicato ai consumatori“, spiega ancora Di Ascenzo, sottolineando la poca chiarezza per il consumatore.
Procedure tortuose e complesse
“Spesso la procedura da seguire per ottenere i rimborsi è particolarmente tortuosa e complessa, tale da scoraggiare gli utenti nell’esercizio dei propri diritti: chi decide di tentare la strada del contatto telefonico diretto per avere info e assistenza, deve sottostare a numeri a pagamento o attese infinite, che spesso portano i consumatori a rinunciare del tutto alla richiesta. Altra criticità riguarda le franchigie a carico degli utenti: tali polizze assicurative (specie nel settore degli autonoleggi) prevedono scoperti, ossia somme predeterminate non coperte dall’assicurazione, che il consumatore dovrà versare ad esempio in caso di danni al veicolo” spiega ancora il presidente, allargando il cerchio delle tante, troppe cose che vanno a discapito del consumatore.
Veri e propri contratti assicurativi
“In linea generale si tratta di prodotti assicurativi che contengono ancora molte zone d’ombra specie per quanto riguarda la trasparenza e le informazioni rese ai consumatori, sollecitati all’acquisto di tali polizze quando cercano un volo aereo o un biglietto per un concerto. In tal senso sollecitiamo Ivass e Antitrust ad un maggiore controllo, sia sulle informazioni rese ai consumatori in fase di sottoscrizione, sua sulla fase del post-vendita, quando cioè l’utente deve avvalersi della polizza sottoscritta“. Cosa fare quindi?
Il consiglio ai consumatori
“È quello di leggere attentamente le condizioni di queste polizze prima di sottoscrivere qualsiasi contratto, e valutarne attentamente la convenienza, diffididando da proposte poco chiare o che non riportano numeri di telefono e contatti da utilizzare per richiedere informazioni e assistenza“, conclude l’avv. Di Ascenzo.