Capita spesso che, al momento della liquidazione della pensione, venga erogata al richiedente una pensione provvisoria. Ma in cosa consiste? Come viene determinata e quando avviene il passaggio alla pensione definitiva? Vediamolo insieme.
Che cos’è la pensione provvisoria
Si definisce pensione provvisoria la somma erogata, inizialmente e per un periodo limitato di tempo, a chi ha presentato domanda di pensionamento, a seguito della necessità dell’Inps di calcolare l’importo dell’assegno dovuto al beneficiario prima di poter stabilire una versione definitiva. Questo calcolo si basa su tutti i contributi versati, inclusi quelli relativi a eventuali ricongiunzioni, totalizzazioni, ricostruzioni e cumuli. Tale procedura spesso prolunga i tempi, determinando l’erogazione iniziale di una pensione provvisoria, appunto, seguita successivamente dall’assegnazione definitiva.
Differenza fra pensione provvisoria e definitiva
La distinzione tra pensione provvisoria e definitiva risiede nella loro finalità e nella durata. La pensione provvisoria, per sua stessa definizione, viene erogata per un periodo limitato, spesso in condizioni di disabilità temporanea, o in attesa di una decisione finale sulla pensione. Diversamente, la pensione definitiva è concessa a coloro che raggiungono l’età pensionabile o che possiedano i requisiti per una pensione di vecchiaia o di invalidità permanente. Inoltre, se la pensione provvisoria è di natura temporanea e potrebbe essere soggetta a revisione, quella definitiva è stabile ed erogata per la restante vita del beneficiario.
Come viene effettuato il calcolo
Dal 2012, il calcolo della pensione finale è sottoposto a un doppio sistema per i pensionati che hanno versato almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Il doppio calcolo della pensione provvisoria avviene mediante sistema misto, utilizzando metodo retributivo per i contributi accumulati fino al 2011 e metodo contributivo per i contributi versati dal 1º gennaio 2012 in avanti, e sistema contributivo puro per i contributi versati dal 1º gennaio 2012 in poi.
Questo doppio calcolo si applica alle pensioni concesse dal 2012 in poi ai lavoratori con più di 18 anni di anzianità contributiva, al 31 dicembre 1995. Dopo il doppio conteggio, il pensionato riceve l’importo corrispondente al trattamento più basso tra i due calcoli. Questa somma costituisce l’importo della pensione provvisoria, che diventerà definitiva con la successiva rideterminazione del trattamento già calcolato. Il calcolo finale potrebbe comportare conguagli negativi o positivi. Se l’importo derivante dal sistema retributivo è inferiore a quello misto, l’importo della pensione provvisoria sarà determinato dal calcolo retributivo, successivamente modificato con il sistema misto. Solo al termine di questo doppio calcolo si giungerà alla versione definitiva della pensione.
La pensione provvisoria corrisponde al 90% dell’importo dell’assegno definitivo. Al momento della liquidazione, l’importo potrebbe differire da quello che rimarrà valido fino al decesso del beneficiario, cosa che accade specialmente quando è necessario ricorrere al doppio conteggio per determinare l’importo corretto.
Quali tempistiche
Solitamente, le pensioni provvisorie vengono liquidate dopo circa 60 giorni dalla presentazione della domanda, in attesa del ricomputo definitivo. Il periodo necessario per effettuare il ricalcolo della prestazione previdenziale provvisoria, al fine di concedere la pensione definitiva, potrebbe variare da 6 mesi a un massimo di un anno. Recentemente si è registrata una riduzione dei tempi e un’accelerazione delle procedure: dopo il ricalcolo della pensione provvisoria, i pensionati ricevono comunicazioni per confermare l’importo da ricevere o la trasformazione dalla pensione provvisoria a quella definitiva.
Ricalcoli finali
Come detto, l’Inps effettua il calcolo della pensione basandosi su tutti i contributi versati dal lavoratore richiedente, utilizzando un doppio calcolo per determinare l’importo della pensione definitiva. È importante notare che la pensione provvisoria può variare, presentando aumenti o diminuzioni in base ai contributi ancora da versare.
Prima dell’entrata in vigore della Riforma Fornero alla fine del 2011, il calcolo della pensione si basava sul sistema retributivo, considerando gli stipendi percepiti alla fine della carriera lavorativa e fornendo risultati più favorevoli per il calcolo dell’assegno previdenziale definitivo. La nuova riforma previdenziale ha esteso a tutti il calcolo della pensione finale tramite il sistema contributivo, basato sul montante contributivo effettivamente versato nel corso della vita professionale.