Papa Francesco ha ricevuto ieri mattina in udienza in Vaticano Monsignor Georg Gänswein, con le Memores Domini. È il primo incontro tra il Pontefice e l’ex segretario di Benedetto XVI da quando il vescovo tedesco – attualmente senza incarico – è tornato a Friburgo, in Germania, su indicazione dello stesso Bergoglio, ma si trova temporaneamente a Roma in occasione del primo anniversario della morte di Ratzinger, avvenuta il 31 dicembre del 2022.
La scorsa settimana era stata la volta del cardinale Raymond Leo Burke, con cui Bergoglio aveva avuto un breve faccia a faccia il 29 dicembre in Vaticano, dopo che – secondo indiscrezioni non smentite dalla Santa Sede – il Pontefice avrebbe tolto a Burke lo stipendio e l’appartamento a due passi dalla Basilica di San Pietro. Né il vaticano Né Burke hanno commentato sui contenuti dell’udienza privata, ma il Papa – secondo l’agenzia di stampa Ansa – avrebbe confermato la propria linea in tema di benedizione delle coppie omosessuali. Sarebbe la conferma che, nonostante i tentativi, si smorzano dunque le tensioni tra la Chiesa vicina a Papa Francesco e l’ala più tradizionalista, che vede proprio in Burke uno dei suoi esponenti di spicco. Ad allargare la frattura è stata proprio la dichiarazione Fiducia Supplicans, redatta dal Dicastero per la Dottrina della Fede e controfirmata dal Pontefice, che apre alla benedizione delle coppie omosessuali.
Ieri Bergoglio è tornato a spendere parole per la pace. «Non dimentichiamo i popoli che sono in guerra. La guerra è una pazzia, sempre la guerra è una sconfitta. Preghiamo. Preghiamo per la gente in Palestina, in Israele, in Ucraina e in tanti altri posti dove c’è la guerra. E non dimentichiamo i nostri fratelli Rohingya, che sono perseguitati» ha detto Papa Francesco durante l’udienza generale nel’aula Paolo VI.