Stando a quanto riferito dalla Polizia postale nel consueto report di fine anno, le truffe online in Italia hanno fatto segnare un forte incremento rispetto allo scorso anno, crescendo del 20% in soli 12 mesi: complessivamente i cybercriminali hanno accumulato profitti illegali per una cifra che si aggira intorno ai 137 milioni di euro (rispetto ai 114 milioni del 2022), soprattutto grazie al trainante trabocchetto del falso trading.
Falso trading online
“Si è riscontrato un significativo incremento degli illeciti legati al fenomeno del falso trading online (3.360 i casi trattati, 188 le persone denunciate per un totale di 109.536.088 euro di profitti illeciti)”, si legge nel report, “con l’aumento del numero di portali che propongono programmi speculativi, apparentemente redditizi e l’utilizzo di tecniche molto sofisticate per contattare le vittime”.
Dunque i portali e le app fittizie connesse a questo genere di truffa sono il mezzo più efficace e remunerativo per spillare soldi a ignari investitori e portano ancora una volta il falso trading online a dominare la triste classifica delle frodi online del 2023. “Le frodi finanziarie, come il falso trading online, continuano a crescere inesorabili. Queste specifiche attività criminali offrono lauti profitti e rischi minori rispetto ad altre più tradizionali”, commenta l’esperto di cybersecurity Pierluigi Paganini, di Cybhorus.
Financial cybercrime
Anche il “financial cybercrime” entra nel report della Polizia postale come fenomeno in ascesa: ci si riferisce a quel genere di truffe che in genere parte dal phishing, con comunicazioni via mail che paiono arrivare da enti, istituzioni o aziende reali, ma che in realtà conducono a portali ricreati alla perfezione dai truffatori per trarre in inganno le vittime di turno.“In Italia, nell’anno in corso, sono state colpite 65 grandi, medie e piccole imprese, per un ammontare complessivo di oltre 19 milioni di euro di profitti illeciti, dei quali 6 milioni sono stati recuperati in seguito all’intervento della Polizia Postale e delle Comunicazioni”, spiega il report. Anche in questo caso aumenta sia il numero dei casi trattati (+ 15%) che il guadagno dei truffatori (+ 4%).
Pedopornografia
Restano allarmanti i numeri di pedopornografia, cyberbullismo e i casi di reati online contro la persona, come stalking, diffamazione, revenge porn o sextortion.
Il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) ha registrato un aumento dei casi di sextortion: in tutto sono stati esaminati 28.265 portali, di cui 2.739 inseriti in black list e oscurati per via di contenuti pedopornografici.
In calo i casi di adescamento on line, che prendono di mira soprattutto la fascia 10-13 anni (206 casi su 351 totali). Preoccupa il lento e costante incremento dell’adescamento di bimbi sotto i 9 anni, “trend che sta diventando più consistente in seguito all’avvicinamento precoce agli strumenti informatici dei bambini più piccoli. I minori sotto i 9 anni di età, adescati in rete nel periodo di rifermento sono stati 31, pari al 9% dei casi trattati dalla Polizia Postale”.
Cyberbullismo
Sono stati 284 i casi segnalati nel 2023, contro i 323 dello scorso anno: i minori segnalati all’Autorità Giudiziaria sono 104, in calo rispetto ai 127 dello scorso anno. Aumentano i casi di sextortion a danno dei minori, passati dai 130 casi del 2022 ai 136 del 2023.“La maggior parte dei casi riguarda minori di età compresa tra i 14 e i 17 anni, prevalentemente maschi”.
Cyberterrorismo
L’attività di prevenzione dei fenomeni di radicalizzazione estremista religiosa e di eversione politica ha portato gli investigatori a indagare online su 178.000 gli spazi web, 2.600 dei quali sono stati oscurati a causa della presenza di contenuti illeciti.
Reati contro la persona
Per quanto concerne i reati online contro la persona, come stalking, diffamazione, revenge porn, o sextortion, si è registrato un incremento del 3% dei casi trattati e del 7% delle persone indagate. I casi di Codice Rosso che hanno visto la Polizia Postale impegnata direttamente sono stati 31.
Attacchi a infrastrutture
I cyberattacchi alle infrastrutture critiche sono invece calati del 7%, soprattutto grazie ai progressi nelle tecniche investigative e grazie al costante monitoraggio esteso anche al dark web. In calo (- 34%) il numero di persone indagate e gli alert diramati (-32%).