Le manifestazioni femministe che si trasformano in cortei pro Palestina e pro Hamas. Questa è la deriva assunta dal femminismo occidentale, entrato in un cortocircuito ideologico per il quale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne manifestano per chi le donne le vorrebbe zitte e senza identità. La piazza di Milano non ha fatto eccezione questa mattina e nella giornata che sarebbe dovuta essere dedicata alle vittime di violenza di genere, si è assistito a un comizio vergognoso di una sostenitrice palestinese che, adeguatamente travisata con la kefiah, sotto la quale si scorge il velo, non ha solo insultato Israele ma ha umiliato gli ostaggi liberati da Hamas. Considerando il velo, non si esclude che sia un’italiana di seconda generazione o figlia di immigrati.
Un discorso che si fatica ad ascoltare per la sua ferocia, che si stenta a credere che sia stato pronunciato in una piazza occidentale. “Oggi sono molto contenta, perché pensavano di poter prendere gli ostaggi con la forza. E invece hanno fatto quello volevano i palestinesi (Hamas, ndr). Hanno dovuto fermare i bombardamenti per avere i loro prigionieri di guerra“, dice la ragazza al microfono. Chiamare prigionieri di guerra i civili rapiti nel corso di azioni terroristiche è quanto meno scorretto a livello intellettuale. Ma non è finita qui, perché la ragazzina con la kefiah insiste: “Non offendetevi. Rispetto tutte le età, ma li avete visti i giovani palestinesi? E poi li avete visti loro prigionieri? Sembrava avessero liberato una casa di riposo“.
Non ci sono commenti possibili davanti a questa esaltazione di Hamas, non ci sono davvero parole per commentare il livello toccato da questa manifestante perché, ed è l’aspetto più grave, lei queste cose le ha dette a un microfono, ma migliaia di persone lo pensano. “Ieri sono usciti i nostri 20enni, 18enni, 30enni, giovani con una forza enorme. E quando li senti parlare capisci perché li hanno imprigionati. Israele ha paura dei giovani palestinesi, dei bambini palestinesi“, ha detto ancora la ragazza con la kefiah dal palco di piazza Castello a Milano. E ha definito “problemi e malattie mentali” i controlli effettuati dai soldati israeliani alla liberazione dei prigionieri che, a differenza di quelli rilasciati da Hamas, erano in carcere per lo più per reati legati al terrorismo. “Israele è malato, gli israeliani sono malati. Dovrebbero essere tutti in manicomio“, ha urtato al microfono prima dello slogan “Palestina libera”. L’Occidente è davvero diventata tutto questo?