Mentre crescono le tensioni al confine con il Libano, Israele ha deciso di fare la prima mossa. Un drone delle Idf ha colpito un ufficio di Hamas nella periferia meridionale di Beirut, nella zona di Mushrifieh, uccidendo sette persone. Tra di esse, uno dei fondatori delle brigate al-Qassam e numero due dell’ufficio politico dell’organizzazione Saleh al-Arouri, considerato dai media di Tel Aviv una delle “menti dietro la strage del 7 ottobre” e il bersaglio di più alto profilo eliminato da Israele dall’inizio del conflitto. La notizia è stata diffusa dall’emittente Al Arabiya, che ha citato fonti di sicurezza.
BREAKING:
Israel uses a drone to wipe out senior Hamas leader Saleh al-Arouri and a number of aides as they were meeting with Hezbollah officials in Beirut, Lebanon.
Hamas can’t run, they can’t hide.
Israel has promised to strike them wherever they are pic.twitter.com/ZiWUqF7cN2— Visegrád 24 (@visegrad24) January 2, 2024
L’eliminazione del vice di Ismail Haniyeh è stata confermata anche dagli Hezbollah al giornale L’Orient-Le Jour e dalla polizia libanese all’agenzia Dpa. Gli uomini dell’organizzazione terroristica hanno già “sigillato” la zona. Oltre alle vittime, vi sarebbero diversi feriti. Alcuni media locali hanno anche dichiarato che la deflagrazione è avvenuta a causa di un’autobomba. Circa mezz’ora dopo l’attacco all’ufficio di Hamas, è avvenuta una seconda esplosione a Dahieh, sempre nei sobborghi sud di Beirut e ritenuta una roccaforte dei miliziani del Partito di Dio. La causa, al momento, non è nota e la notizia è stata diffusa da Reuters. Entrambi gli attacchi sono avvenuti alla vigilia del discorso del leader degli Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah, in occasione del quarto anniversario dell’uccisione del generale dei pasdaran Qasem Soleimani in Iraq da parte degli Stati Uniti.
Saleh al-Arouri militava nel gruppo islamista dal 1987 e ha passato lunghi periodi nelle carceri dello Stato ebraico. Secondo l’intelligence di Tel Aviv, ha partecipato a molti attentati e organizzato il piano per il rapimento e l’uccisione nel giugno 2014 dei tre adolescenti israeliani Gilad Shaar, Eyal Yifrach e Naftali Fraenkel. Nato in Cisgiordania, ha vissuto per molto tempo in Turchia, Libano e Siria. In veste di vicecapo politico di Hamas, ha partecipato a molti incontri di alto livello con membri degli Stati alleati del gruppo terroristico. Dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, ha continuato ad essere intervistato dai media, in particolare da Al Jazeera e dall’emittente degli Hezbollah Al Manar. In più occasioni ha sottolinato la determinazione di Hamas nel condurre una guerra prolungata contro Israele, evidenziando il continuo coordinamento tra Hamas, Hezbollah e le altre organizzazioni della “resistenza”
Israele, dunque, prosegue nella sua strategia della “decapitazione”, componente fondamentale secondo Tel Aviv per l’eradicazione completa di Hamas nella Striscia di Gaza e nei Paesi del cosiddetto “asse della resistenza” finanziato dall’Iran. Fin dall’inizio del conflitto, il governo dello Stato ebraico ha annunciato che avrebbe dato la caccia a tutti i membri dell’organizzazione anche fuori dall’exclave palestinese e il generale dello Shin Bet Ronen Bar ha dichiarato che “sono state date istruzioni” agli operativi israeliani in ogni parte del mondo per eliminare i leader del gruppo.
I due attacchi sono avvenuti in un momento di elevata tensione tra Tel Aviv e gli Hezbollah. A partire dal 7 ottobre, i miliziani del Partito di Dio hanno attaccato le postazioni delle Idf lungo la “Linea blu”, provocando ad oggi nove vittime tra le fila dei soldati ebraici e costringendo le autorità ad ordinare l’evacuazione dei residenti dei villaggi vicini al confine. I vertici delle forze armate israeliane hanno dichiarato che, nei primi sei mesi del 2024, la situazione cambierà. “Il prossimo semestre sarà critico anche per il fronte con gli Hezbollah, perché la situazione al fronte nord non potrà continuare così”, ha affermato un ufficiale citato da Reuters. Alcune delle truppe ritirate dalla Striscia di Gaza verranno ricollocate a nord, forse nel preludio di una possibile apertura di un nuovo teatro di guerra.
“Israele pagherà per i suoi crimini, anche per l’uccisione di Saleh al-Arouri”, afferma Ihsan Ataya, esponente dell’ufficio politico della Jihad Islamica palestinese e rappresentante del gruppo in Libano. Intanto i negoziati tra Hamas e Israele sul rilascio degli ostaggi e un nuovo cessate il fuoco a Gaza sono stati sospesi.