Gino Cecchettin ha deciso di affidarsi a un’agenzia di comunicazione. Il padre di Giulia, la ventiduenne uccisa brutalmente dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ha scelto la Andrew Nurberg di Londra, uno studio che si occupa di scrittori e autori di fiction. La sua agente è Barbara Barbieri, sarà lei ad occuparsi dei suoi rapporti con la stampa da questo momento in poi. “Il signor Cecchettin ha bisogno di riposare”, la prima comunicazione della manager riportata dal Gazzettino.
Tra le agenzie di comunicazione più note in quel di Londra, la Andrew Nurberg è famosa per essere anche un’agenzia letteraria che rappresenta autori di tutto il mondo nel campo della narrativa e di fiction. Barbara Barbieri è una delle manager del gruppo e ha spiegato che Gino Cecchettin in questo momento si trova in vacanza e non se la sente di rilasciare interviste e dichiarazioni. La notizia della decisione di legarsi alla Andrew Nurberg sta diventando virale sui social e le reazioni da parte degli utenti della rete sono a dir poco contrastanti.
Complici i giorni di festa, il padre di Giulia e il resto della famiglia Cecchettin hanno preferito trincerarsi nel silenzio. Nè Gino, nè la sorella Elena hanno voluto spendere parole sui social network in questi giorni. L’unico messaggio è stato quello dello zio di Giulia, Andrea Camerotto, che ha pubblicato con poche e toccanti parole la lettera trovata sulla tomba di Giulia e firmata “un tuo coetaneo, Filippo”, in cui il giovane rifletteva proprio sull’impatto che le parole di Gino e della famiglia Cecchettin avevano avuto su di lui, tanto da spingerlo a fermarsi rispetto alla sua ossessione.
Nessun commento da parte dei familiari della giovane vittima neanche sulle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel corso del discorso di fine anno ha ricordato Giulia. Soffermandosi sulla violenza di genere, il capo dello Stato ha evidenziato: “Cari ragazzi, ve lo dico con parole semplici: l’amore non è egoismo, dominio, malinteso orgoglio. L’amore – quello vero – è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità”. Parole molto vicine a quelle di Gino Cecchettin dopo la morte della figlia: “Vediamo e incontriamo la violenza anche nella vita quotidiana. Anche nel nostro Paese, quando prevale la ricerca, il culto della conflittualità, piuttosto che il valore di quanto vi è in comune, sviluppando confronto e dialogo. La violenza – ha proseguito il presidente della Repubblica nel corso del suo intervento – Penso a quella più odiosa sulle donne”.