Rumori, insulti e minacce: così il “tormento” della vicina finisce a processo

I killer entrano in casa di notte e lui si lancia dal balcone: morto 50enne

Un vero e proprio incubo quello vissuto da una famiglia di Bruzzano (Milano), vessata per anni da una vicina di casa davvero impossibile. Le vittime, infatti, hanno parlato di insopportabili rumori notturni, oltre che di accuse e insulti che la donna avrebbe rivolto nei loro confronti. Adesso la presunta stalker dovrà probabilmente affrontare un processo.

I fatti

Secondo quanto riportato da Il Corriere, che sta seguendo il caso, la famiglia avrebbe dovuto subire le follie della vicina per oltre tre anni. Le vittime hanno riferito, nella fattispecie, di urla e televisore impostato ad altissimo volume ad ogni ora del giorno e della notte, cosa che rendeva impossibile riposare. Non solo. La vicina, una donna di 69 anni, si mostrava spesso nel pianerottolo per minacciare i membri della famiglia e gridare insulti, arrivando anche a dire che, un giorno, avrebbe fatto saltare tutto il complesso in aria. Spaventati, più volte i componenti della famiglia si sarebbero rivolti alle forze dell’ordine, facendole intervenire, ma nulla sarebbe servito a far desistere la vicina di casa.

Le vittime hanno descritto una situazione ormai ingestibile, se non disperata. Le vessazioni della donna sarebbero cominciate nel luglio del 2020. Prima le urla in casa, poi le accuse e le minacce ai vicini, specialmente quelli che vivono al suo stesso pianerottolo (la vicenda, infatti, si è svolta in un condominio a quattro piani). Le cose sarebbero peggiorate dopo che la famiglia ha installato una telecamera di videosorveglianza: la 69enne si è convinta che il dispositivo fosse stato installato per spiarla. In poco tempo i componenti della famiglia si sono trovati letteralmente in ostaggio della donna.

Ogni tentativo di dialogo è stato vano, così come a nulla è servito l’intervento dell’amministratore del condominio. È arrivata così l’accusa di atti persecutori e disturbo delle occupazioni o del riposo, firmata dal sostituto procuratore Luigi Luzi, ma, almeno per il momento, la donna non sembra particolarmente toccata da questo. Eppure si tratta del preludio a un processo.

Il caso finisce in tribunale

L’ultima speranza di questa famiglia è quella del processo. Ogni via percorsa sino ad oggi, infatti, si è rivelata infruttuosa. L’avvocato Giuseppe Sidoti, che rappresenta la parte lesa, ha parlato di “comportamenti inqualificabili e intollerabili” che hanno precluso alle persone coinvolte di vivere una serena esistenza, costringendole a “mutare ripetutamente e costantemente le propie abitudini di vita“.

Leave a comment

Your email address will not be published.