Seconda puntata del nostro sondaggio sul 2024 del cibo. Oggi abbiamo chiesto a critici, giornalisti di settore e food editor di indicarci quale sarà lo chef rivelazione del 2024. Ecco le risposte.
Nadia Afragola (Panorama)
Davide Marzullo (Trattoria Contemporanea di Lomazzo)
Giovanni Angelucci (conduttore tv Gambero Rosso Channel)
Jaime David Rodriguez Camacho di Celele Restaurante (Cartagena, Colombia)
Francesca Romana Barberini (food&wine reporter, “Segreti in Tavola” su RDS)
Grazia Antonini, chef di Cucromia ad Andria. Una cucina saporita, solare, colorata e divertente, con ingredienti di territorio di grande qualità, pane e pasta fatti in casa, proposta in una bella villa antica alle porte della città.
Davide Bertellini (critico gastronomico e direttore marketing di Passione Gourmet)
Luca Natalini (Autem, Milano)
Maurizio Bertera (Gazzetta dello Sporto, La Cucina Italiana, Vanity Fair, Gambero Rosso)
Jessica Rosval del Gatto Verde di Modena. Botturiana ma non più nell’ombra di Bottura, capace di gestire la prima cucina emiliana-nordamericana al mondo.
Rossana Brancato (James Magazine)
Andrea Antonini, executive chef del ristorante Imàgo all’Hassler di Roma, esponente di una corrente avanguardista fine dining, che orgogliosamente divulga il gusto italiano attraverso tecnica magistrale, autorevolezza, eleganza ed ironia. Al talento creativo affianca doti manageriali e di visione artistica che hanno dato luce ai più esclusivi eventi della Capitale.
Chiara Buzzi (Linkiesta Gastronomika)
Chiara Pavan+Francesco Brutto come coppia che sta conquistando finalmente una considerazione a livello internazionale. E poi Antonia Klugmann tra gli stellati italiani in fase di svolta.
Martina Carnesciali (Il Gusto)
Ariel Hagen. Trent’anni e la voglia di mangiare il mondo, facendolo al meglio.
Alberto Cauzzi (vicedirettore della guida ristoranti de l’Espresso)
Un trittico: Edoardo Tilli di Podere Belvedere, Mattia Pecis di Cracco Portofino e i fratelli Vergine del Grow di Albiate.
Vincenzo Chierchia (Il Sole 24 Ore)
David Fiordigiglio: estro, capacità e tanta giovane energia, un imprenditore young della cucina e della pasticceria.
Francesca Ciancio (giornalista gastronomica)
Edoardo Codalli, chef di Clu Ristorante di Ubiale Clanezzo (BG).
Marco Colognese (Reporter Gourmet eccetera)
Enrico Bellino, in quel posto incantato che è l’Osteria Cerreta a Sassetta (Livorno), ha tutte le carte in regola per crescere ancora dopo la stella verde.
Antonella De Santis (Gambero Rosso)
Arianna Gatti.
Massimo Di Cintio (giornalista)
Raffaele Trilli di Chichibio a Roccaraso (L’Aquila).
Valentina Dirindin (Repubblica, Vanity Fair, Dissapore)
Charles Pearce di Lorto a Cremolino (Alessandria).
Marco Gatti (autore Il Golosario Ristoranti GattiMassobrio)
Lorenzo Sacchi chef de Il Circolino di Monza (MB) per la sua alta cucina contemporanea che è sintesi di tecnica e genio.
Giulia Gavagnin (La Verità)
Non è uno chef ma l’agriturismo Ferdy Wild a Lenna (BG): Oggi un progetto vale più di un grande chef.
Marco Gemelli (_Il Forchettiere, Forbes, Food&Beverage, Lust Auf Italien)
Punterei sul giovane Ariel Hagen (Saporium a Firenze), uno che si è fatto le ossa alla corte di un talent scout come Gaetano Trovato: al primo anno “ai comandi” ha preso una stella e due stelle verdi. Un altro dalla mano molto tecnica è Enrico Bellino (Osteria delle Terme a Sassetta, Livorno).
Chiara Giovoni (ambasciatrice della Champagne in Italia e wine expert di Spirito diVino e WineNews)
Paolo Griffa al Cafè Nazionale di Aosta.
Manlio Giustiniani (Champagne e wine expert James Magazine)
Oliver Piras, chef del Carpaccio di Parigi.
Andrea Gori (intravino, Business People)
Simone Profeta, Es Cantina e Ristorante a Sava (TA).
Andrea Grignaffini (direttore Guida Espresso Ristoranti)
Federico Rottigni di Sensorium a Milano.
Fabiano Guatteri (direttore editoriale di CityLightsNews)
I Fratelli Capitaneo di Verso a Milano, capaci di emozionare.
Carla Icardi (direttore Food MNcomm)
Riccardo Monco.
Åsa Johansson (giornalista freelance)
Daniel Berlin, lo chef svedese che per motivi familiari chiuse il suo ristorante bistellato nel 2020. Da qualche mese ha riaperto Vyn, in Scania, nella Svezia meridionale. Umanamente e professionalmente spero che raggiunga il successo che si merita.
Lara Loreti (responsabile Wine&Spirits del Gusto)
Sentiremo parlare dello chef Thibault Nizard che a 30 anni , dopo una lunga esperienza nelle migliori cucine del mondo, ha aperto il suo primo ristorante a Parigi, a due passi dal Palais-Royal e dal Louvre, l’ha chiamato L’Aube (miglior carta di vini 2023 di Francia), come l’alba di un obiettivo desiderato da tempo. Il talentuoso chef interpreta con sapienza e originalità la gastronomia francese, attinge con rispetto della tradizione mettendo ovunque il suo tocco raffinato e originale. Da ammirare l’attenzione alle esigenze della famiglia e del personale in un sano equilibrio tra vita affettiva e lavoro.
Sara Magro (Condé Nast Traveller e Il Sole 24 Ore)
Lorenzo Cogo: non è una rivelazione ma sempre una sorpresa, ma riconosciuta.
Giambattista Marchetto, direttore Vinonews24
Edoardo Caldon di Exforo a Padova.
Paolo Marchi (Identità Golose)
Richard Abou Zaki e Pierpaolo Ferracuti a Porto Sant’Elpidio con la novità Controluce, pizzeria e cocktail bar.
Valentina Marino (Gambero Rosso)
Due nomi, Stefania Di Pasquo (Locanda Mammì, Agnone, Isernia) e Alessandro Proietti Refrigeri (La Coldana, Lodi). La prima sta portando avanti già da qualche anno la sua piccola rivoluzione in un’area gastronomicamente ancora vergine e ingenua, il secondo si è rimesso in gioco da pochi mesi con ambizione, buon senso e una creatività che ci regalerà belle sorprese.
Paolo Massobrio (Il Golosario)
Claudio Rovai del Food Writer di Milano.
Tania Mauri (Cook inc)
Il sardo Nicola Bonora, chef del progetto di Motelombroso di Milano.
Anna Mazzotti (food editor di Vanity Fair)
Giulio Gigli del ristorante Une a Capodacqua, per i suoi piatti innovativi realizzati con i prodotti dimenticati dell’Umbria.
Cristina Mercuri (DipWSET, wine educator and presenter, founder @ Mercuri Wine Club)
Gabriele Camiolo, chef di Capofaro, il ristorante del relais di Tasca d’Almerita a Salina, Isole Eolie. La sua cucina è pulita, equilibrata ma golosa, con grande senso del territorio. Probabilmente la miglior pasta al pomodoro mai mangiata.
Michele Mezzanzanica (Il Giorno e Qn Itinerari)
Giacomo Sacchetto. Talento indiscutibile, con l’apertura di Iris a Palazzo Soave, nella sua Verona, ci sono tutte le condizioni per farlo definitivamente esplodere.
Alessandra Moneti (Ansa e Terra e Gusto)
Roy Caceres, dopo la ripartenza romana a Orma, premiata subito dalla stella Michelin, non può che crescere ancora.
Anna Muzio (giornalista freelance)
Victoire Gouloubi, cheffe congolese con oltre 20 anni di esperienza in cucine stellate che coniuga le materie prime misconosciute dell’Africa con le tecniche dell’alta cucina contemporanea. Uma Ulafi è un concept itinerante che nel 2024 unirà cucina e culture afro-caraibiche.
Francesca Negri (direttrice fancymagazine.it)
Simone Caponnetto, Locale Firenze e Dario Tornatore ConTanima Bolzano.
Carlo Ottaviano (Il Messaggero)
Denny Lodi Rizzini, neanche trentenne, del Makorè a Ferrara. Purtroppo è in una città fuori dai giri. Cucina originale di pesce, con pensieri propri e una struttura che lo supporta bene.
Laura Pacelli (giornalista e marketing manager Tenute Pacelli)
Pasquale Minciguerra, napoletano della Sanità di origine e pontino di adozione che ha trasformato Seguire le Botti di Terracina in un agriturismo gourmand.
Antonio Paolini (co-curatore Guida Ristoranti Gambero Rosso)
I Capitaneo brothers al Verso di Milano.
Carlo Passera (Identità Golose)
Nicola Bonora del Motelombroso di Milano: maestria di tocco, idee fresche.
Bruno Petronilli (direttore James Magazine)
Andrea Impero di Elementi Fine Dining a Brufa (Perugia) e Giulio Gigli di Une a Capodacqua (Perugia).
Luciano Pignataro (Il Mattino)
Antonio Ziantoni di Zia a Roma, ha la maturità necessaria per fare il grande salto in avanti.
Filippo Piva (GQ)
Antonio Iacoviello della Gucci Osteria di Tokyo.
Anna Prandoni (direttrice Linkiesta Gastronomika)
Speriamo sia donna: Silvia Banterle con il suo Stilla sta costruendo un’idea di cucina nuova, colta, che parte dal territorio e spazia nel mondo.
Isabella Radaelli (giornalista gourmet e viaggiatrice)
Ariel Hagen, giovanissimo chef classe 1993, la sua cucina è semplicemente speciale.
Andrea Radic (giornalista e conduttore tv)
Diego Pani, giovane allievo di Alain Ducasse, guida con la passione e con la testa il “Marco Polo 1960” ristorante di famiglia adagiato sui ciottoli della spiaggia di Ventimiglia. Una vera “Grande Table” come se ne vedono troppo raramente. E Pani è anche imprenditore con altri tre indirizzi in zona, differenti per proposta e cucina.
Edoardo Raspelli (cronista della gastronomia)
Luca Natalini che ha creato a Milano, a Porta Romana, con professionalità coraggio ed impegno, con il suo Autem, una grande fresca cucina.
Camilla Rocca (giornalista freelance)
Stefano Zanini di Mos a Desenzano sul Garda.
Fernanda Roggero (Il Sole 24 Ore)
E’ già “rivelato” ma sicuramente il nome è Michele Lazzarini.
Leila Salimbeni (direttore Spirito DiVino)
I miei gastronomi di riferimento, quelli Passione Gourmet, indicano ex aequo Luca Natalini di Autem e Federico Rovacchi di Baita Pié Tofana, e io ci credo.
Roberta Schira (scrittrice e critico gastronomico)
Martin Lazarov, chef al San Corrado di Noto, in Sicilia: il suo progetto gastronomico è da tenere d’occhio.
Luca Sessa (Guide de L’Espresso)
Più che uno chef, nel 2024 voglio puntare su una realtà, quella di Mezza Pagnotta – Cucina etnobotanica a Ruvo in Puglia. Circolarità vera delle materie prime, l’orto quale unica (o quasi) risorsa per dar spazio alla creatività.
Gualtiero Spotti (Cook Inc)
Hans Neuner.
Luciana Squadrilli (senior editor di Food&Wine Italia)
Domenico Marotta da Marotta Ristorante a Squille: un grande ristorante nella campagna casertana dove tecnica e ingredienti del territorio sono tenuti insieme dalla bravura e dalla visione nitida dello chef.
Luca Turner (Passione Gourmet)
Federico Rottigni di Sensorium a Milano.
Cristina Viggè (Fuori Magazine)
Alfio Nicolosi, che a Saronno guida – con la sorella Agata – il ristorante Sui Generis. Offrendo ai commensali un inedito viaggio spazio-temporale, fra ricordi e slanci geniali. Il tutto rompendo le regole, scardinando gli schemi, rispettando la materia e seguendo il flusso dell’estro.
Adua Villa (#globetrottergourmet)
Il giovanissimo Fabio Molinari del ristornate Tamata – under 30 – che in maniera molto informale e contemporanea mette sul piatto estro e sostenibilità.
Valerio Massimo Visintin (Corriere della Sera)
Quello con lo sponsor più forte.
Gabriele Zanatta (Identità Golose)
Marco Ambrosino.