Foti “fascista” se cita Marinetti. Ma Gramsci elogiava il Futurismo

La grandezza morale di Gramsci non ne cancella il violento bolscevismo

In psicologia si definisce «lapsus memoriae». È la difficoltà della memoria nel ricordare un evento. Ne sono stati colpiti i commentatori di sinistra sul caso Foti. Il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Tommaso Foti è stato «processato», con l’accusa di apologia del fascismo, dalla stampa di sinistra dopo il suo intervento in Aula sulla legge di bilancio il 29 dicembre scorso. Quale il reato commesso dall’esponente meloniano? Due citazioni. La prima, «Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle», chiude il manifesto del Futurismo scritto da Marinetti. La seconda, «Il domani appartiene a noi», è l’inno usato dal fronte della Gioventù, un movimento democratico. Due citazioni che – per Repubblica e La Stampa «puzzano di fascismo». Il quotidiano diretto da Andrea Malaguti il 31 dicembre titola «La nostalgia di Foti per i fasci». Repubblica rincara: «Foti e la nostalgia del fascismo». La penna di Paolo Berizzi affonda il colpo mortale: «Foti in Parlamento cita il manifesto futurista di Marinetti, testo incubatore del Fascismo. Fratelli di nostalgia». L’accusa della sinistra si poggia sulla tesi che il manifesto futurista sia il testo politico di riferimento del fascismo. Molinari, Malaguti e Berizzi inciampano, nella foga di attaccare il governo, su una clamorosa amnesia storica: il manifesto futurista, quello citato da Foti, fu sostenuto ed elogiato anche da un padre della sinistra italiana come Antonio Gramsci (foto)che il 5 gennaio del 1921 in un intervento su Ordine Nuove scriveva: «I futuristi, nel loro campo, nel campo

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