Cori pro Palestina, slogan contro il Vaticano e comizio della Schlein: ecco le femministe in piazza

Questo femminismo cieco non riconosce la mattanza delle donne israeliane

La strumentalizzazione della morte di Giulia Cecchettin, a una settimana dal ritrovamento del suo corpo, ormai non fa più notizia. I movimenti femministi hanno usato, e continuano a usare, la tragedia della 22enne, brutalmente uccisa dal suo ex fidanzato, come leva di contestazione contro il governo Meloni. E oggi, se da una parte da Non una di meno, che ha organizzato la manifestazione di Roma, chiedono che non venga politicizzata, rifiutando qualunque bandiera nel corso del corteo, dall’altra dichiarano di ammettere solo bandiere palestinesi. “Israele criminale, Palestina immortale“, hanno scandito le femministe durante il corteo, senza risparmiare il premier Meloni: “Meloni fascista complice sionista

Il raduno è stato previsto al Circo massimo e nel manifesto di lancio della manifestazione è stato messo nero su bianco che la manifestazione sarà anche a sostegno della Palestina contro Israele, “Senza margini di ambiguità“. Una posizione netta, contestata da chi chiedeva una manifestazione contro la violenza delle donne e non politica, alla quale Elly Schlein ha confermato la presenza del Pd. “Abbiamo già detto che chiediamo di non utilizzare questo spazio per la visibilità delle leader politiche. Noi preferiamo che lo spazio aperto della manifestazione sia di chi lo partecipa e aderisce alle parole su cui è convocata“, hanno detto in riferimento alla presenza dello stesso segretario del Pd.

Ma a fronte delle proteste per la loro posizione che, dall’inizio del conflitto, non vede una sola espressione di solidarietà verso Israele, una delle attiviste ha deciso di correggere il tiro durante il punto stampa: “Diamo solidarietà anche alle donne israeliane che sono state aggredite e stuprate. Abbiamo citato la Palestina perché è in atto una feroce aggressione alle civili e ai civili“. E aggiungono: “Diamo solidarietà anche alle donne israeliane che sono state aggredite e stuprate. Abbiamo citato la Palestina perché è in atto una feroce aggressione alle civili e ai civili“.

Incapaci di condannare nettamente Hamas, richiamano fatti di quasi un secolo fa e sembra solo come pezza per placare le polemiche sorte a fronte della loro posizione integralista e radicale pro-Gaza. Si sono poi rivolti a Giorgia Meloni con il coro “guarda quanti siamo”, come se il premier avesse mai intralciato una qualunque manifestazione femminista. Lei stessa ieri ha illuminato Palazzo Chigi con il numero di soccorso per le vittime di violenza e si batte per contrastare il fenomeno del femminicidio, da premier, da donna ma anche da mamma di una bambina che sarà presto donna. Le provocazioni, come questa per il presidente del Consiglio, non mancano alla manifestazione dove è stato associato il Vaticano al patriarcato, che ormai nella propaganda veterofemminista ha perso qualunque significato originario.

Nonostante la richiesta di non usare lo spazio della manifestazione come tribuna politica, Schlein ne approfitta e dalla manifestazione dichiara: “Una straordinaria partecipazione alla manifestazione qui come nel resto d’Italia. È un segnale importante che il paese chiede di fare un passo avanti contro la violenza di genere. La repressione non basta, bisogna insistere sulla prevenzione per sradicare la cultura patriarcale“. E aggiunge, in pieno spirito propagandistico: “Bisogna contrastare il sistema patriarcale dalle scuole e insistere per rendere obbligatoria l’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze in tutti i cicli scolastici“. Tra i volti noti individuati nel corteo ci sono Fiorella Mannoia, Malika Ayane, Noemi, Luisa Ranieri, Luca Zingaretti e Ferzan Ozpetec.

Leave a comment

Your email address will not be published.