Genovese evaso, ma può evitare il carcere. “Gaia? A Londra non lo chiamano assassino”

Genovese evaso, ma può evitare il carcere. "Gaia? A Londra non lo chiamano assassino"

Il dolore di sempre, se possibile, è ancora più forte durante le festa. Non solo perché a Natale le assenze fanno più male e perché era quasi Natale nel 2019 quando su corso Francia, a Roma, sono state travolte e uccise da un’auto passata con il rosso e guidata da Pietro Genovese, figlio del registra Paolo, le due sedicenni Gaia Von Freyemann e Camilla Romagnoli, ma anche perché in questi giorni si torna a parlare della tragedia dopo che il giovane, condannato e ai domiciliari, è stato accusato di evasione. Durante un controllo di rito, infatti, i carabinieri non lo hanno trovato a casa. E non sarebbe la prima volta. Questa volta La mancata risposta al citofono ha fatto scattare la nuova contestazione e la Procura della capitale ha chiesto il processo per il ventenne.

Una nuova pugnalata per la mamma di Gaia, Gabriella Saracino, che si è sfogata sui social postando la notizia che l’ha fatta trasalire: «Ora vediamo cosa decideranno i giudici per questa doppia evasione! Ah dimenticavo…il povero ragazzo vive serenamente a Londra già da un po’ così lì nessuno può riconoscerlo e chiamarlo assassino come a Roma è accaduto!». La vicenda risale al 16 gennaio del 2021 quando Genovese, condannato in appello a 5 anni e 4 mesi di reclusione per l’omicidio stradale plurimo, all’epoca agli arresti domiciliari, non rispose ai militari della compagnia Parioli che suonarono più volte al portone dell’appartamento di famiglia senza ottenere alcuna risposta. I carabinieri, però, non provarono a contattarlo al cellulare e dalle telecamere di sorveglianza del palazzo non risulta che il giovane fosse uscito di casa. Servirà il processo per fare chiarezza. Ma intanto la notizia ha fatto riaprire una ferita mai rimarginata, anche perché le famiglie delle due ragazze stanno ancora aspettando che il Tribunale di Sorveglianza si pronunci sull’affidamento ai servizi sociali del ragazzo, che finora non è mai andato in carcere e probabilmente non ci andrà neanche adesso, nonostante la nuova accusa. In un’intervista a Repubblica, poi pubblicata su Facebook, la mamma di Gaia ha dato sfogo a tutta la sua rabbia sottolineando come Genovese sia libero mentre le famiglie delle due ragazze sono condannate all’ergastolo. E la situazione potrebbe non cambiare neanche adesso. «È stato condannato a 5 anni e 4 mesi – ragiona la Saracino nell’intervista – e ha scontato 1 anno e 8 mesi ai domiciliari. Quindi ha una pena residua di 3 anni e 6 mesi. E in Italia sotto i 4 anni non si va in carcere.

La nuova indagine, quella per evasione, complica le cose. Ma intanto occorre capire se Genovese sia o meno responsabile del reato di cui è accusato, poi dovrebbe essere condannato a una pena così severa da fargli perdere i benefici che fino a oggi gli hanno permesso di essere libero».

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