A dieci anni dall’ultimo film, la tanto amata serie di romanzi per ragazzi Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo ritorna, questa volta sul piccolo schermo. Basata sul mondo della mitologia greca di Rick Riordan, la serie, ora su Disney+, segue le avventure di Percy Jackson – interpretato dal giovanissimo Walker Scobell – messo di fronte alle sfide che nascono dalla sua condizione di figlio semiumano di Poseidone. Insieme agli amici, Annabeth (Leah Sava Jeffries) figlia di Atena, e al satiro Grover (Aryan Simhadri), Percy combatterà mostri e divinità, e cercherà di fare in modo che non scoppi la guerra totale quando verrà sospettato d’aver rubato la Folgore di Zeus. La prima stagione della serie infatti è tratta dal volume Il ladro di fulmini, da poco ripubblicato da Mondadori in una nuova edizione.
Walker Scobell, che il pubblico ha visto l’anno scorso su Netflix in The Adam Project accanto a Ryan Reynolds, si riconosce nel suo alter ego cinematografico, nei suoi problemi a scuola e nella difficoltà con le amicizie. «Percy non ha un posto nel mondo sino a che non scopre di essere un semidio. Per lui è una rivelazione molto importante perché dimostra che tutti possono sentirsi accettati, serve sapere dove collocarsi». Non solo, c’è un altro chiaro messaggio che la serie lancia ai ragazzi: «Avere difficoltà a relazionarsi con i compagni di scuola sembra un problema del singolo ma non è così. Succede a tutti. Inoltre essere diverso dagli altri, non conformarsi non è affatto un difetto, anzi spesso si rivela un punto di forza, una peculiarità». Scobell è da sempre un accanito lettore dei romanzi di Rick Riordan. «Quando li leggi, anche se sai che è un libro ed è una storia inventata, ti ci ritrovi, trovi quello che provi».
Riordan, al contrario di quanto accaduto durante la produzione dei precedenti due film, è stato coinvolto in maniera molto attiva come co-creatore, insieme a Jonathan E. Steinberg. Un’esperienza che lo scrittore descrive come la più faticosa e impegnativa della sua carriera, fatica dettata soprattutto dalla determinazione a fare in modo che le storie raccontate nella serie fossero il più possibile fedeli ai romanzi. «Ai lettori ora lo posso dire senza ombra di errore: questo è ciò che stavate aspettando. La forma seriale è quello che serviva. I film hanno a disposizione meno tempo, ma con una serie tv abbiamo avuto i tempi e gli spazi per raccontare tutto ciò che andava fatto». Lo scrittore spiega di aver scritto quei libri per suo figlio, oltre vent’anni fa. «Questa versione è stata adattata al momento. Ho cercato anche di rispondere alle domande e ai dubbi che negli anni i lettori mi hanno fatto. Tutto questo per dire che i fan troveranno le loro storie preferite ma anche qualcosa di nuovo, che spero li entusiasmi come è successo a me». Durante la produzione Riordan, che ha un rapporto molto diretto con i fan, non ha mai smesso d’interloquire con loro attraverso i social network e quando si è trattato di annunciare il cast, nel maggio del 2022, una polemica è nata dal fatto che il personaggio di Annabeth, l’amica del cuore di Percy, descritto nel libro come bianco, è ora interpretato da una ragazzina nera, Leah Sava Jeffries. L’autore non ha usato giri di parole nel descrivere come razzista la reazione di parte dei fan. A questi ha risposto – sempre via social – la stessa Leah Sava Jeffries: «Lo so che vorresti ferirmi con i tuoi commenti, ma io vado per la mia strada, sicura di me stessa». Nel mondo politically and socially correct della Hollywood degli ultimi tempi la rappresentazione delle minoranze è una esigenza che va al di là della fedeltà al libro. Ad interpretare il terzo amico del gruppo, è Aryan Simhadri, di origini indiane, nel cast ci sono anche il compianto Lance Reddick (John Wick, The Wire) nei panni di Zeus, Toby Stephens nei panni di Poseidone e Jay Duplass in quelli di Ade.
Walker Scobell ricorda i sentimenti contrastanti fra timore reverenziale e senso di protezione provati dalla presenza di Rick Riordan sul set. «Era bello poter ricorrere a lui ad ogni possibile dubbio ma come fan dei suoi libri ero intimidito dal fatto che fosse sul set con noi, temevo di sbagliare, di rendere un Percy Jackson diverso da quello che lui si era immaginato. Però Rick è stato bravissimo a rassicurare me e i miei compagni con un semplicissimo consiglio: sii il più possibile te stesso. Questo piccolo incoraggiamento mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo e mi ha fatto capire che, se avessi fatto come mi diceva non avrei potuto sbagliare».