Pronti al decollo? E allora saliamo in auto, forza. Perplessi? In effetti l’abbiamo presa larga: accadrà o potrebbe, molto probabilmente, accadere nel 2073 quando la tecnologia VTOL (decollo e atterraggio verticale), già in fase di sviluppo, potrebbe venire applicata ai veicoli personali o ai taxi. Del resto alcuni dei primi modelli di auto volanti sono già stati approvati dalla Federal Aviation Administration degli Stati Uniti, quindi non è esagerato immaginare che, tra 50 anni, veicoli come questi potrebbero essere comuni sulla strada o in aria. E quando le auto volanti saranno disponibili per tutti (o quasi), potrebbero cambiare anche i viaggi, tanto più che, altamente modulari e personalizzabili, tra 50 anni le auto sarebbero in grado di affrontare ogni terreno e non limitarsi a circolare in città, o, meglio, sopra, le città. Bello scrutare il futuro, no? Tranquilli, non stiamo giocando con la sfera di cristallo da apprendista mago che ci hanno regalato per Natale, ma stiamo prendendo in prestito i dati emersi da un’interessante e documentata ricerca che il gruppo «Discover Cars» ha commissionato ad esperti di progettazione e di ingegneria di sistemi elettromeccanici con l’ausilio del generatore di immagini AI, «Midjourney» anche per dare un volto alle auto che circoleranno tra 10, 25 e 50 anni.
Aspettando dunque il 2073, dati alla mano, ci si può anche limitare a guardare un po’ più vicino. Tra 25 anni, si legge nello studio di «Discover Cars», le automobili potrebbero utilizzare come propulsione principale l’energia solare (anche in quest’ambito ci sono già veicoli sperimentali), con pannelli solari integrati nel tetto e nella carrozzeria del veicolo. Certo nei Paesi dove piove spesso non avrebbero un gran successo, ma l’ambiente ci guadagnerebbe, relegando nel passato le stucchevoli polemiche sul diesel pulito, le colonnine di ricarica latitanti etc etc.
Sfiziosa l’idea, che, entro il 2048, potremmo guidare automobili realizzate in parte con materiali autopulenti (niente più fughe dei mariti, al sabato, per godersi la solitudine negli autolavaggi) o addirittura autoriparanti, rendendo la manutenzione dei veicoli più semplice ed economica. Materiali intelligenti in grado di riparare danni e sigillare crepe sono già in fase di sviluppo e sperimentazione. Le auto dotate di rivestimento autoriparante sarebbero in grado di mantenere un aspetto nuovo, nonostante l’usura quotidiana. E, sempre, tra 25 anni le auto potrebbero includere molti sistemi e funzioni di realtà aumentata. I cruscotti interattivi e touch-screen potrebbero consentire complesse analisi dei dati per i conducenti che vogliono assicurarsi che la loro guida sia efficiente dal punto di vista energetico o che mirano a semplificare i loro spostamenti. I dashboard «AR» potrebbero anche aiutare conducenti e passeggeri a monitorare la propria salute, con funzionalità come il cardiofrequenzimetro e la scansione della postura.
E domani? Inteso come il 2033? Onestamente è quello che già ci sia aspetta. Gli esperti contattati da «Discover Cars» confermano che tra 10 anni le auto sembreranno ancora abbastanza familiari e assomiglieranno ad alcune delle «concept» presentate dalle Case soprattutto premium. Aumenterà l’uso della fibra di carbonio e del grafene. Anche i fari che utilizzano OLED (diodi organici a emissione di luce) potrebbero diventare più frequenti per accentuare design e aspetto delle vetture. Nel frattempo? Nel frattempo stiamo in coda. Perché quello davanti a noi, con la targa di tredici anni fa, non ha ancora deciso in che corsia mettersi.