Erasmus italiano più ricco. “Fondi extra per i borsisti”

Erasmus italiano più ricco. "Fondi extra per i borsisti"

Il 2024 sarà l’anno dell’Erasmus italiano. Non più solo Barcellona, Amsterdam o le capitali europee: gli studenti universitari potranno scegliere di frequentare un anno accademico anche in un altro ateneo italiano. Sia per arricchire il curriculum, sia per «svigliaccarsi» e abituarsi alla vita lontano da casa.

I numeri sembrano promettenti. In manovra sono previsti 10 milioni di euro da distribuire in borse di studio. Con una sorpresa. Contrariamente ai calcoli fatti dalla ragioneria di Stato, che ipotizzava mille euro di contributo a studente, l’assegno sarà più alto. «Ora che è stata approvata la legge di bilancio – spiegano al Miur – il prima possibile stabiliremo per decreto la cifra delle borse di studio. Di fatto i contributi saranno meno numerosi ma più consistenti e superiori a quelli concessi per gli Erasmus europei». «Vogliamo sia un’opportunità accessibile a tutti» sostiene il ministro all’Università e Ricerca Anna Maria Bernini.

Se il 2023 è stato l’anno delle proteste dei fuori sede, il 2024 si preannuncia come l’anno delle risposte a chi studia lontano da casa: sono stati realizzati 8.500 posti letto in più e a breve partirà il bando, realizzato con i fondi Pnrr, per crearne altri e avvicinarsi al target dei 60mila posti previsto entro la fine del 2024 con il coinvolgimento del pubblico e del privato. Incentivando gli studenti a spostarsi per un po’ in un altro ateneo, si cerca anche di colmare quel gap tutto italiano che vede la «migrazione» di studenti universitari a senso unico, da Sud a Nord.

Con l’Erasmus italiano, ora in fase sperimentale, gli studenti potranno scegliere un ateneo da nord a sud dove poter frequentare uno o più corsi e approfondire così argomenti specifici, magari non trattati nell’ateneo di provenienza. Pioniere del progetto sono state le università di Bergamo e Reggio Calabria. Da adesso in avanti ogni ateneo aprirà i bandi per partecipare e stipulerà accordi con le altre università.

Secondo l’ultimo report annuale Erasmus+, l’Italia è al primo posto fra i Paesi del programma, come numero di partecipanti in partenza per attività di studio e formazione in Europa. Dall’avvio del programma Erasmus, nel 1987, il programma ha aiutato in totale 570mila studenti italiani a fare esperienza all’estero per studio e tirocinio. Lo studente Erasmus in Italia ha un’età media di 23 anni, che diventano 25 per un tirocinante. Nel 59% dei casi è una studentessa, valore che sale al 63% quando lo scopo della mobilità è uno stage in azienda. Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Portogallo sono i Paesi con i quali si effettuano più scambi per studio, con una permanenza media di 6 mesi. Gli studenti che svolgono tirocini in media restano invece in media 3 mesi e mezzo. Per poter partecipare al progetto Erasmus occorre frequentare un corso di laurea triennale, magistrale o essere iscritti ad un dottorato di ricerca. Bisogna aver completato il primo anno ed essere iscritti ad una università accreditata dal programma Erasmus+ ed avere un livello di conoscenza linguistica adeguato. Essendo i posti limitati, viene data priorità a chi ha una media alta e un buon numero di esami sostenuti. Allo stesso tempo si tende a prendere in considerazione il modello Isee. Il programma Erasmus+ è stato rinnovato a marzo 2021 per il periodo 2021-2027 con un budget quasi raddoppiato rispetto al programma 2014-2020. Il bilancio di Erasmus+ è stimato in 26,2 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto al programma precedente (2014-2020). Il programma 2021-2027 pone un forte accento sull’inclusione sociale, sulla transizione verde e digitale e sulla promozione della partecipazione dei giovani alla vita democratica.

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