Negli anni Ottanta Stefano Casiraghi e Carolina di Monaco erano la coppia perfetta, la loro storia d’amore rappresentava l’idillio romantico per eccellenza: belli, giovani, ricchi, con un futuro roseo davanti, i due conquistavano le copertine dei giornali con il loro glamour e la loro inimitabile eleganza. La morte di Casiraghi, avvenuta in un incidente nautico nel 1990, infranse in mille pezzi quella favola. Una terribile fatalità, come tutti hanno sempre creduto. Almeno fino a oggi. Il quotidiano tedesco Bild, infatti, ha raccontato un’altra versione dei fatti, decisamente più spaventosa, che vedrebbe coinvolta la mafia.
Un’estate di tanti anni fa
Stefano Casiraghi e Carolina di Monaco si conobbero nell’estate del 1983, durante una crociera tra Sardegna e Corsica sul Baharet, il motoscafo da 35 metri di proprietà di un comune amico, Francesco Caltagirone. Per la verità si erano già incontrati l’anno precedente a un evento mondano, ma la scintilla non era scoccata. La principessa usciva da un matrimonio tanto breve quanto infelice, durato dal 1978 al 1980, con il banchiere parigino Philippe Junot e aveva ritrovato l’amore con Robin Rossellini (conosciuto come Robertino, figlio di Roberto Rossellini e di Ingrid Bergman). Casiraghi, figlio degli imprenditori tessili di Como Giancarlo Casiraghi e Fernanda Biffi, era fidanzato con un’altra ragazza, Giuseppa Macheda.
In quell’estate del 1983 il caso, piuttosto beffardo, volle che a presentare Stefano e Carolina fosse proprio Robin. Dopo quella crociera l’imprenditore e la principessa troncarono le loro rispettive liaison e si rifugiarono nell’esclusiva Isola di Cavallo, situata tra la Sardegna e la Corsica (ma in acque francesi). Un luogo magico, il cui accesso è consentito solo a chi vi possiede una dimora (e, ovviamente, agli ospiti dei proprietari. Tra questi ultimi figurerebbero anche i Savoia). Su quest’isola sarebbero sbarcati Lady Diana e Dodi al-Fayed pochi giorni prima dell’incidente nel Tunnel dell’Alma, avvenuto il 31 agosto 1997.
L’Isola di Cavallo aveva fatto da sfondo a un’altra vicenda misteriosa: l’omicidio, nel 1978, del tedesco Dirk Hamer, di cui fu accusato Vittorio Emanuele di Savoia, dichiarato innocente in Corte d’Assise a Parigi, nel 1991. Per Stefano e Carolina, però, era solo il posto in cui iniziare a vivere il loro amore. Il casato dei Grimaldi accolse con gioia Casiraghi, ammirandone il carattere determinato, l’intelligenza, le capacità imprenditoriali e l’amore per lo sport. Per la famiglia, in particolare per Ranieri III, fu un sollievo sapere che Carolina aveva trovato l’uomo perfetto dopo Junot, osteggiato da tutti per la sua fama di playboy.
La principessa e Stefano Casiraghi si sposarono con rito civile il 29 dicembre 1983. La cerimonia venne organizzata nella Sala degli Specchi di Palazzo Grimaldi. All’epoca Carolina, splendida nell’abito di seta di Dior, era incinta di Andrea (nato il 28 giugno 1984). Nel 1986 la coppia ebbe Charlotte e nel 1987 Pierre, ovvero i ragazzi che oggi, con il loro indiscutibile fascino, rappresentano il volto glamour ma discreto del Principato di Monaco. Carolina e Stefano divennero due icone di stile: allegra e sorridente lei, più timido e schivo lui. Era tutto perfetto e nulla lasciava presagire che la tragedia stesse per abbattersi (di nuovo, dopo la morte di Grace Kelly, il 14 settembre 1982) sulla famiglia Grimaldi.
3 ottobre 1990
Il 3 ottobre 1990 era un mercoledì. Stefano Casiraghi prese i comandi, insieme al copilota Patrice Innocenti, del catamarano “Pinot di Pinot”. Era pronto a disputare i campionati del mondo offshore, 97 miglia da Montecarlo a Saint-Jean-Cap-Ferrat-Nizza. Quel giorno la principessa Carolina era a Parigi. I genitori di Stefano, invece, si trovavano nel Principato, a pochi passi dal loro figlio, che proprio non si decideva a smettere di gareggiare, nonostante le loro lamentele e quelle della principessa. Quello sport era troppo pericoloso, pensavano in famiglia, ma la passione di Stefano era ormai irrefrenabile e gli aveva fatto conquistare il titolo di campione del mondo in monocarena nel 1989.
Quel giorno di ottobre il vento di scirocco, sempre più forte, fece gonfiare il mare. Casiraghi continuò a guidare il catamarano, portandolo a 180 chilometri orari. Alle 11:18 due onde violentissime segnarono il suo destino. La seconda, in particolare, più rapida e brutale, fece impennare l’imbarcazione, sbalzando fuori Innocenti, il quale riportò la frattura del bacino e della spalla.
Il marito di Carolina, invece, rimase al suo posto mentre il catamarano affondava a poppa. In un primo momento si pensò che fosse rimasto incastrato. In realtà la violenza dell’urto gli aveva spezzato la colonna vertebrale. Stefano Casiraghi era molto sul colpo. Secondo le indiscrezioni l’imprenditore avrebbe preso in considerazione l’idea di ritirarsi definitivamente dalle competizioni, ma non avrebbe avuto il tempo di attuare i suoi propositi. Per i giornali quel 3 ottobre Carolina di Monaco perse il suo unico, vero, grande amore e da allora la sua vita non sarebbe più stata la stessa.
Assassinato dalla mafia?
Dopo la morte di Stefano Carolina decise di trascorrere un periodo in Francia con i figli, per elaborare il lutto lontana dai riflettori. Il 23 gennaio 1999 decise di risposarsi con Ernst di Hannover (da cui ebbe una figlia, Alexandra nata il 20 luglio 1999), ma i due conducono vite separate dal 2009, dopo anni di tradimenti e scandali. La principessa è diventata una delle colonne portanti del Principato di Monaco e sembra che il tempo sia riuscito a lenire il dolore per la morte di Casiraghi, almeno in apparenza. La ferita, però, potrebbe riaprirsi dopo le rivelazioni del quotidiano Bild.
La versione ufficiale dell’incidente avvenuto il 3 ottobre 1990 non lascerebbe spazio a dubbi e supposizioni. La dinamica dei fatti sembrerebbe chiara. Il giornale tedesco, citato dal settimanale Diva & Donna (numero 51, 26 dicembre 2023), sostiene che Stefano Casiraghi sarebbe stato ucciso dalla mafia con un colpo di pistola sparato da un cecchino mentre era in mare, durante la gara. Secondo la nuova ricostruzione l’imprenditore avrebbe tentato di contrastare degli affari sporchi nel settore dell’edilizia monegasco attraverso la fondazione, nel 1984, della società Engeco.
Stefano sarebbe arrivato a contendersi il controllo dei parcheggi sotterranei del Principato, che all’epoca rappresentavano una fonte di guadagno assicurato, con dei veri e propri criminali senza scrupoli. Avrebbe tentato di allontanare personaggi di tale risma, pagando con la vita il suo impegno. Questa versione dei fatti sarebbe documentata in alcuni file riservati che gli inquirenti avrebbero trovato mentre indagavano sul caso “Dossier della Rocca”, nel 2022. Impossibile dimenticare quello scandalo: quattro persone vicine ad Alberto di Monaco vennero accusate di aver organizzato delle speculazioni edilizie alle sue spalle.
Si trattava, secondo i risultati delle indagini, del Capo di gabinetto Laurent Anselmi, del presidente della Corte suprema Didier Linotte, del commercialista di Alberto Claude Palmero e del suo avvocato Thierry Lacoste. Il principe Alberto avrebbe cercato di ripristinare l’ordine e la legalità allontanando Anselmi, Palmero e Lacoste. Proprio ciò che avrebbe voluto fare Stefano Casiraghi.
Bild ha riportato anche dei rumors sulla sua morte, che circolerebbero ormai da tempo: sembra che nell’ultimo periodo della sua vita l’imprenditore comasco avesse fatto blindare la sua auto. Inoltre la sua barca sarebbe esplosa al largo di Guernsey (canale della Manica). Ma non è finita qui: qualche giorno prima della gara offshore Casiraghi avrebbe confessato all’amico Giancarlo Miorin: “Ho paura, qualcuno mi sta alle calcagna” e quando il suo corpo venne recuperato la testa sarebbe stata coperta per nascondere il foro del proiettile.
Infine il settimanale Diva & Donna ha citato le dichiarazioni della madre di Stefano, Fernanda Casiraghi, alla rivista Oggi: “Stefano sapeva che sarebbe morto il 3 ottobre 1990. Me lo ha confidato la principessa Caroline. Mi disse: ‘Mamma, quel giorno Stefano mi ha chiamato tre volte, come se avesse paura di non sentire più la mia voce. E ha lasciato la collana con la croce d’oro sul comò, che non ha mai tolto. Voleva che la tenessi come ricordo di lui. Stefano sapeva che non sarebbe mai tornato a casa’”.
Tutti questi aneddoti andrebbero analizzati, benché gli anni ormai trascorsi non facilitino affatto le cose. Forse l’unica obiezione che si potrebbe fare riguarda la testa di Casiraghi a quanto pare coperta dopo la sua morte: potrebbe essere stato un semplice gesto di discrezione, di pudore, che non celava nulla di strano, ammesso che questo racconto sia vero.Infatti la versione secondo cui un cecchino avrebbe sparato contro l’imprenditore appare farraginosa: dovre si sarebbe posizionato il presunto assassino, per non essere visto? Avrebbe approfittato del tempo inclemente per mirare alla testa della vittima? Ma in questo modo è molto più complicato colpire il bersaglio con precisione. Senza contare che questo cecchino avrebbe dovuto cogliere il momento esatto in cui l’imbarcazione stava per affondare, ma Casiraghi era ancora visibile. Tutt’altro che semplice.
L’ipotesi di omicidio, comunque, non è del tutto nuova. Nel 2000 il libro “The Royal House of Monaco: Dynasty and Glamour, Tragedy and Scandal”, di John Glatt, rivelò dei dettagli inquietanti, sebbene non confermati: sembra che dopo il funerale di Casiraghi alcune persone, mai identificate, sarebbero entrate nella Cattedrale di Monaco, avrebbero aperto la tomba dell’imprenditore e posizionato la bara in verticale. Un gesto che, ha precisato l’autore, rappresenterebbe una specie di firma della mafia italiana. Nessuno può dirci dove sia la verità. Chissà se in futuro qualcuno avrà la possibilità e il coraggio di confermare o smentire la versione ufficiale.