Minacce Putin-Zelensky. Mosca: “Niente rinunce”. Kiev: “Li distruggeremo”

"Isolare la Crimea", "Kiev nella sfera d'influenza russa". Le nuove strategie di Putin e Zelensky

Vladimir Putin ha un debole per le ricorrenze, perché se il 29 dicembre, nell’anniversario del trattato firmato da Stalin sulla formazione dell’Urss, aveva dato ordine di colpire l’Ucraina con un vasto attacco missilistico, ieri, nel giorno di nascita del controverso eroe nazionale ucraino Stepan Bandera, ha commissionato un raid da record di droni. Del resto l’aveva annunciato nel discorso di fine anno, ribadendolo lunedì durante una visita all’ospedale militare Vishnevskij: «Avanzeremo, i nostri attacchi si intensificano, il nemico verrà spazzato via. Abbiamo i mezzi di distruzione che nessun altro esercito al mondo possiede». In una sorta di braccio di ferro verbale, Volodymyr Zelensky ha augurato un felice anno nuovo agli ucraini ricordando che «siamo più forti del dolore, della disperazione e della paura. Vinceremo sui russi perché siamo più forti di questa guerra».

L’Ucraina tuttavia ieri è stata investita da due attacchi devastanti con velivoli kamikaze. Nella notte di Capodanno il potente raid di 90 droni è durato quasi 11 ore. Negli assalti sono stati usati 4 missili terra-aria S-300 che hanno colpito la regione di Kharkiv e tre missili anti-radar Kh-31 e uno Kh-59 contro le regioni di Kherson e Zaporizhia. A Lviv gli ordigni hanno distrutto un’università e un museo, a Odessa depositi di munizioni, ma anche abitazioni civili. In questo primo attacco sono morte 5 persone e 22 sono rimaste ferite. L’allarme anti-aereo è tornato a suonare nel pomeriggio su Kiev, Dnipro e sulla regione di Sumy. A Esman (Sumy) un missile ha sbriciolato una palazzina. Dalle macerie sono stati estratti 3 corpi privi di vita. A Dnipropetrovsk il razzo destinato sulla città è stato annientato, mentre a Kiev, già martoriata con 28 delle 51 vittime del blitz missilistico del 29 dicembre, gruppi di fuoco mobile hanno polverizzato 4 shahed in volo sul quartiere sud di Holosiiv, ma auto e alcune palazzine hanno preso fuoco per via dei detriti.

Il Cremlino ha spiegato di aver colpito obiettivi tattici, ma ha ammesso che gli shahed sono entrati in azione per vendicare l’assalto avvenuto sabato a Belgorod, dove i droni ucraini hanno provocato la morte di 25 persone (anche una bambina di 4 anni) e il ferimento di 109. Per Putin a Belgorod «si è consumato un atto di terrorismo», mentre il Washington Post invita il Congresso a fornire nuove armi all’Ucraina al più presto. Armi, di difesa aerea, che arriveranno dal Canada dopo una telefonata tra Zelensky e Trudeau.

Sul campo, complice la situazione di stallo (ma Avdiivka è sempre più circondata dagli invasori), le tattiche di guerriglia di entrambi gli schieramenti stanno acquisendo rilevanza. Stiamo parlando di sabotaggi, attacchi mirati a depositi di munizioni, oleodotti e soprattutto ferrovie, attraverso le quali la Federazione Russa fornisce armi alle truppe. Ieri ad esempio quelle di Mosca hanno colpito un impianto di produzione di droni a Chuhuiv (Kharkiv), e distrutto le infrastrutture degli aeroporti in cui si trovavano i velivoli che trasportavano missili da crociera Storm Shadow. Gli stessi che avevano affondato la nave Novocherkassk. Kiev invece ha danneggiato una base militare a Lysychansk (Donbass), uccidendo alcuni ufficiali.

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