Altro che bagordi di Capodanno. In attesa del 2024, la sinistra rischia piuttosto di rimediare una sbornia ideologica che annebbia lo sguardo sulla realtà politica. In un’intervista rilasciata oggi a La Stampa, ad esempio, Pier Luigi Bersani si è messo a bacchettare la destra con argomentazioni discutibili, per non dire fantasiose. “Vedo il consenso della destra un pò ammaccato. Non significa ancora spostamento di voti, ma colgo qualche segnale di vitalità dalle nostre parti“, ha affermato l’ex segretario Pd in riferimento alle elezioni amministrative e alle europee del prossimo anno. Peccato che tutti i sondaggi attestino un gradimento elevato per il centrodestra e una costante fatica delle opposizioni nel ricorrere la maratoneta Giorgia Meloni.
Bersani parla poi di vitalità nel centrosinistra, forse interpretando in modo troppo ottimistico i continui sommovimenti di quell’area e gli sgangheratissimi tentativi di trovare una quadra attorno al progetto di un campo largo progressista. E ancora, per l’ex segretario del Partito democratico “Giorgia Meloni è più a suo agio come agit prop che come governante, più adatta a smontare con piglio ideologico quel che c’era che a costruire con qualche idea nuova“. Anche qui, le legittime interpretazioni della realtà offerte dal politico emiliano si scontrano però con alcune circostanze di segno opposto: ad esempio, la credibilità conquistata dal premier nei contesti internazionali, nei quali la voce italiana è tornata finalmente a farsi sentire in modo chiaro.
Al contrario, troppo ideologico e poco attento alle vere priorità degli italiani sembra invece il centrosinistra, che peraltro nel 2023 si è distinto per un’opposizione manchevole e mossa piuttosto da un’ostilità preconcetta verso la controparte politica. Sulla Stampa, l’ex segretario Pd non ha risparmiato critiche nemmeno alla manovra economica dell’esecutivo: “Ne ho viste tante di finanziarie, ma mai così deboli e precarie, con tutte le scadenze di qui a un anno e non uno straccio di idea“. Al netto del giudizio prevedibile (non ci saremmo certo aspettati lodi al governo da parte di Bersani), andrebbe segnalato come in passato il centrosinistra non avesse brillato per l’esemplarità delle proprie leggi di bilancio. Anzi.
Infine, il commento del fondatore di Articolo 1 sull’inchiesta che vede indagato Denis Verdini. “L’ordinanza è impressionante. Ma allarghiamo lo sguardo: questa destra vuole abolire l’abuso d’ufficio, il traffico di influenze, il limite al contante, la pubblicazione delle ordinanze, limitare le intercettazioni, ha attaccato l’Anac, ha generalizzato le assegnazioni di lavori senza gara, consentito subappalti a cascata e fatto una quindicina di condoni. Si sta creando l’habitat ideale per la corruzione, poi se la prendono coi rave party“, ha attaccato Bersani. Al di là della discutibile strumentalizzazione politica di un’indagine, stupisce il doppiopesismo con il quale si dimenticano gli imbarazzi che – proprio a inizio 2023 – avevano travolto la sinistra europea per lo scandarlo del Qatargate, con accuse di presunta corruzione al Parlamento europeo.