L’epoca delle «gogne mediatiche» sembrava solo un triste ricordo e, invece, il caso di Tommaso Verdini ci ricorda che le «inchieste a orologeria» sono sempre in agguato. Sembra essere passata un’era geologica da quando la procura di Palmi, il 23 marzo del 1994, giorno del faccia a faccia televisivo tra Silvio Berlusconi e Achille Occhetto, autorizzò la perquisizione in tutte le sedi di Forza Italia. Eravamo a ridosso delle elezioni Politiche che furono inaspettatamente vinte dal centrodestra. Da quel momento in poi, per Silvio Berlusconi, è iniziato un calvario giudiziario che è durato per il resto della sua vita. Il centrodestra a guida sovranistra, prima con Matteo Salvini e poi con Giorgia Meloni, non è stato esente da un simile trattamento da parte della magistratura.
Nel febbraio 2019, a pochi mesi dalle elezioni Europee, l’Espresso pubblica un articolo dal titolo: «Quei 3 milioni russi per Matteo Salvini: ecco l’inchiesta che fa tremare la Lega». Per anni si è parlato dei soldi che i putiniani, grazie all’intermediazione di Gianluca Savoini, avrebbero destinato al Carroccio, ma l’inchiesta giudiziaria condotta sul «caso Metropol» si è conclusa nell’aprile di quest’anno con la richiesta di archiviazione del gip di Milano. Nel settembre 2021, invece, la gogna mediatica si era accanita su Luca Morisi, creatore della «Bestia» di Salvini, reo di aver trascorso una notte «a base di sesso e droga». Ma non solo. Sempre in quel periodo, cioè a poche settimane dalle elezioni amministrative che riguardavano importanti città come a Milano, Roma, Torino e Bologna, il quotidiano online Fanpage si accanisce su Fratelli d’Italia con un’inchiesta su una presunta «lobby nera» milanese di cui farebbe parte anche l’eurodeputato Carlo Fidanza, fedelissimo di Giorgia Meloni. Riccardo Formigli si fionda sulla notizia e rilancia i video di Fanpage nella sua trasmissione, Piazza Pulita. Ore e ore di trasmissioni televisive, paginoni e inchiostri sprecati dietro all’ennesima inchiesta che si è sciolta come neve al sole. Nel gennaio di quest’anno, infatti, Il pm di Milano ha chiesto al gip di archiviare l’indagine per «insussistenza delle ipotesi di reato”». E Luca Morisi? Il suo caso era stato archiviato già nel novembre 2021, in appena due mesi, giusto il tempo di distruggere la sua carriera. Venendo ai casi più recenti non si può dimenticare che il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, nel febbraio 2023 si è dovuto ripresentare agli elettori lombardi da indagato nell’ambito delle inchieste sulla gestione della pandemia. Fontana ha visto le sue vicende giudiziarie chiudersi positivamente solo dopo le Regionali, che ha rivinto a mani basse. Anche le elezioni Politiche del settembre 2022 sono state caratterizzate dal tentativo di colpire Fratelli d’Italia per alcuni casi giudiziari che l’hanno riguardato alcuni suoi esponenti locali. Il caso più eclatante è quello del sindaco di Terracina, Roberta Tintari, successore dell’eurodeputato Nicola Procaccini, arrestata a metà luglio e scarcerata dopo neanche venti giorni dalla procura di Latina che ha fatto cadere anche ben quattro dei cinque capi di imputazione contestati per l’arresto. Ora le toghe rosse, dopo aver cercato di impensierire il governo indagando il ministro Daniela Santanché e il sottosegretario Andrea Delmastro, puntano nuovamente verso Salvini, colpevole del reato di «cognatudine»…